IL POST-PENSIERO 152 -LA TECNICA DELLA INDIFFERENZA AUTOREFERENZIALE
Ciò che emerge, clamorosamente, da questa campagna elettorale per le elezioni dei parlamentari europei è che a nessuno interessa più convincere gli incerti: tutti mirano a rafforzare la fedeltà dei militanti e, di più, quella degli aderenti. Tutti tendono ad estendere l'intorno del proprio dominio di generica adesione. Un po' come le squadre di calcio, che sparano sugli avversari per rafforzare la fidelizzazione (cioè la fedeltà) al proprio brand.
Questo è accentuato, certamente, dal fatto che, alle elezioni europee, si vota con il metodo del proporzionale puro e quindi ciascuno è di nuovo alla ricerca degli elettori che gravitano dentro il dominio comunicativo del proprio partito. Tenere legati a sé stessi costoro con un linguaggio di rifiuto e di denigrazione degli altri è l'obiettivo comune ogni comunicazione elettorale.
In questo senso, naturalmente, oltre alla volgarizzazione ideologica dei problemi politici, il dato significativo è l'INDIFFERENZA AUTOREFERENZIALE verso coloro che non votano. INDIFFERENZA, perché se i cittadini non votano è meglio: l'importante è che si esprimano principalmente coloro che gravitano nell'intorno del mio dominio politico. AUTOREFERENZIALE, perché ogni parola è riferita sempre a rafforzare sé stessi, la propria immagine, la propria icona, il proprio simbolo, le proprie parole immaginarie, alla fine il proprio brand.
Il dramma è che, oltre questo, non c'è null'altro. Niente di più. Niente di meno. Tutto si esaurisce a questo intervallo di presente che si conclude il giorno del voto. Poi si procede con la propria azione politica indipendentemente dalle frasi proclamate in fase pre-elettorale. Per questo motivo non conta nulla se i comportamenti successivi sono totalmente diversi e addirittura opposti alle aspettative aperte al momento della propaganda politica. Il brand è assicurato con i linguaggi di fidelizzazione autoreferenziale. Tutti gli adepti saranno pronti, in ogni momento, a giustificare ogni contraddizione.
L'effetto diretto della tecnica di INDIFFERENZA AUTOREFERENZIALE è il totale annullamento del confronto e dello spirito critico, che per Popper era, giustamente, il fondamento delle democrazie nella società della comunicazione.
Per abrogare il più possibile l'indispensabile decervellamento dei tifosi, bisogna cambiare i tempi del confronto politico. Forse bisognerebbe rafforzare lo spirito critico prima e fuori dalla competizione elettorale. Tentiamo di farlo nel nostro lavoro in convegni e lezioni, ma siamo relegati nella marginalità della cultura, imprigionati nei recinti oratori riservati agli intellettuali, nella prigionia del pensiero impopolare che in realtà significa non omologato (se per popolare si intende, come spesso si sente dire, comune o usuale, siamo alla esaltazione della omologazione).
Naturalmente, non si accettala centralità del confronto critico, imponendo format assolutamente standardizzati in un infinito comunicativo quarantennale ed oltre, perché il potere, di maggioranza o di opposizione, non accetta più nessuna contestazione, per sostenere, con l'indifferenza, la propria autoreferenzialità e, dunque, l'illusione della propria supremazia.
Quando una nazione si trova in questo processo apparentemente irrefrenabile, giorno dopo giorno, tende ad abbandonare tutti i propri network democratici per affermare dominanti network autocratici.
Se non si inverte il processo rompendo le cornici rigide dei paradigmi dominanti, l'autocrazia è inevitabile, chiunque la imponga con la volgarità della forza o con la falsa eleganza della finzione.
In Italia sta avvenendo questo... e non da oggi.
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