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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

IL POTERE EGOCENTRICO POST-ELETTORALE

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In tutta la lunga storia dell’umanità, scandita da 4 grandi mutazioni del potere (ontopower, egopower, biopower, epipower), la democrazia, la democrazia occidentale che dai Greci è giunta – con varie peripezie – fino a noi, è stata la più importante, la migliore e umana, dimensione della politica mai conosciuta. Finora la democrazia, in termini di qualità di vita individuale collettiva, si è dimostrata storicamente insuperabile. Finora la democrazia, con la sua unica connotazione di riconoscere in se stessa, nei cittadini e non nel destino o in un capo, gli artefici della propria storia e delle proprie scelte, si è dimostrata la più vivibile condizione umana della storia intera. Finora. Ma ora è sempre così? Con l’avvento della società della comunicazione, la democrazia resiste? Esiste ancora? Da che cosa ci protegge la democrazia nella società della comunicazione? Dalla menzogna. Nonostante la esplosione incontrollata delle fake news , la democrazia ci protegge da

LA CRAVATTA E' SEMPRE LA STESSA

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memoria dei vincitori (e i vinti immemori) Lévinas sosteneva che, rispetto ai più efferati orrori, esiste un “ tumore della memoria” , che è inasportabile. Egli naturalmente si riferiva alla responsabilità   degli orrori del totalitarismo e, più precisamente, allo sterminio degli ebrei. Tuttavia possiamo facilmente constatare che, con l’allegrezza degli impudenti e la baldanza dei sergenti, dopo la loro elezione, il “ tumore della memoria ” è una malattia che già si è notevolmente diffusa rispetto ai programmi elettorali promessi. Gli immigrati? Ci vuole tempo intanto faremo ciò che già facciamo. Il reddito di cittadinanza? Si chiama in un altro modo ed è come è già altrove e in Italia pure con la denominazione “ reddito di inclusione ”. L’Europa? Nessuno vuole uscire, si vogliono solo rinegoziare i parametri, proprio come si faceva prima. Uscire dall’Eurozone? Chi lo ha mai detto. Bisognava fare un referendum che non si può fare per decidere ciò che bisogna deci

IL PD E IL SUO FUTURO

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Il PD ha pagato, e a caro prezzo, gli errori che ha commesso. D’altronde se non avesse compiuto errori, non avrebbe dovuto pagare prezzi. Ergo, se ha pagato il prezzo salato del 22% di elettorato perduto in pochi anni, è perché ha commesso degli errori. Come rimediare? Le prospettive sembrano chiuse e difficilmente perseguibili? Governo con M5S? o Governo con il Centro Destra (including Lega)? O nessuno dei due ed estraneazione dalla maggioranza e dal Governo? Sono domande insignificanti ed ininfluenti in questa fase   per quel partito. Il PD può scegliere qualsiasi posizione, è uguale per se stesso e per il suo elettorato. L’appoggio esterno ad un Governo Di Maio, ad esempio, sarebbe meno conveniente per il M5S – costretto sulla graticola permanente della crisi possibile a rivedere continuamente le sue posizioni e a deludere le sue aspettative – che per il PD stesso. È una posizione tattica. Per questo conta poco. La sconfitta del PD è stata, invece, esclusivamente politica

ESITI POLITICI E MECCANISMI ELETTORALI

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Nessuno pensa che i dati elettorali sono il risultato anche e principalmente del meccanismo elettorale. Ci sono certamente anche motivazioni politiche di fondo, ma nella scienza politica post sartoriana è noto che il meccanismo elettorale determina l’esito politico. L’argomento è semplice. Il meccanismo con cui si vota non è neutro. È la domanda che viene posta agli elettori che condiziona la loro risposta: meccanismi proporzionali chiedono “ quale partito preferisci? ”; meccanismi uninominali chiedono “ chi vuoi che ti governi? ”. Ci sono poi domande molto più complesse con meccanismi misti, ma in estrema sintesi questa è la differenza. Le motivazioni politiche che hanno spinto i cittadini elettori a votare per l’uno o per l’altro vanno sempre contenute entro questo schema. Ed entro questo schema si capisce quando una legge elettorale è sbarellata, come il nostro “ rosatellum ”, o quando non lo è. Per esempio, il concetto di leader (di capo, come volgarmente indicato nel

IL FLUSSO DELLA POLITICA ITALIANA E LE SUE BIFORCAZIONI

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Ho l’impressione, dalle dichiarazioni e dai discorsi che sento, che gran parte del ceto politico italiano non abbia proprio capito che cosa è la politica di oggi. Prima la politica era un sistema, un modello fatto di parti integrate (economica, giuridica, sociale) e ogni sua parte era composta di sottoparti (il lavoro, gli investimenti, i sussidi, la costituzione, il diritto penale e civile, la scuola, la sicurezza, l’assistenza sanitaria). Era una grande macchina integrata, fatta di meccanismi interagenti e rotelle, come un grande orologio fatto di ingranaggi, che poteva andare più o meno bene in base al funzionamento di ciascuna delle sue singole parti e della loro interazione. Bastava sapere come funzionava il meccanismo e cambiare eventualmente con una riforma gli ingranaggi logori o bloccati per permettere al sistema di funzionare meglio, forse non perfettamente, ma meglio si. Questo paradigma consentiva ad alcuni politici, come Pietro Nenni ad esempio, di credere che la c

LA SINDROME ELEFANTIACA DEI RISULTATI ELETTORALI

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Ormai è evidente a tutti che gli esiti elettorali sono il prodotto della reciproca coniugazione tra sentiment politico e modello elettorale. Il modello elettorale canalizza il sentiment politico: favorendo la sua fluttuazione agli estremi (proporzionale) finalizzato alla inamovibilità del potere centrale; o al centro del sistema politico (maggioritario o uninominale) favorendo l’alternanza del potere laterale. Ho sostenuto che il sentiment politico attuale italiano, vista la enorme fluttuazione elettorale, denuncia una situazione di crisi profonda, quasi pre-rivoluzionaria o pre-totalitaria, a causa della diffusa entropia che, anno dopo anno, si va generando per assenza di riforma (o per deformazione) dei 3 fattori morfologici che reggono in equilibrio i network politici: il fattore fiscale per i soldi, il fattore elettorale per le persone, il fattore comunicativo per le idee. Vorrei specificare che queste considerazioni non le faccio oggi, perché hanno vinto la consultazione

FIGLI VIOLATI

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INTELLIGENCE - corso

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ANTROPOLOGIA DELLA SICUREZZA

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CONTRASTO ALLA PEDOFILIA

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CONVEGNO 16 OTTOBRE 2007 Alessandro Ceci Maurizio Calvi Sandro Provvisionato Simonetta Costanzo 1° parte Simonetta Costanzo 2°parte Francesco Bruno 1° parte Francesco Bruno 2° parte Francesco Bruno 3° parte Francesco Bruno 4° parte Francesco Bruno 5° parte Francesco Bruno 6° parte Stampa  Il Gioco

ANDROGINO VIRTUALE

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POLITICA E GIUSTIZIA - CONVEGNO

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TERRORISMO - INTERVISTE

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PIERPAOLO PASOLINI - IO SO -

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Convegno di Commemorazione Alessandro Ceci Sandro Provvisionato Liliana Montereale Giuseppe Pelosi Francesco Bruno

EPISTEMOLOGIA DEL CRIMINE E DELLA SICUREZZA

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II anno I anno

CRISI DEMOCRATICA POST-ELETTORALE

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Le crisi democratiche postelettorali sono una contraddizione in termini. Non ci dovrebbero essere crisi post elettorali della democrazia. La soluzione democratica sono le elezioni. Se, nonostante le elezioni, la democrazia è in crisi di rappresentanza (non riesce a fare il governo) e di rappresentazione (non riesco a trovare soluzioni politiche), qualcosa di strutturale che non funziona c’è. Infatti c’è. Non sapevo, quando aspramente e con tenacia ne contestavo l’articolazione, quanto pericoloso e preoccupante fosse, per la democrazia italiana, questo stolto meccanismo elettorale, costruito per avvantaggiare se stessi, anche in caso di sconfitta, contro i barbari nemici della storia e della intelligenza. L’ho capito davvero soltanto ora, analizzando i flussi elettorali e il blocco che si è voluto, per un opportunistico tatticismo becero. Era ovvio, già si sapeva allora che nessuno avrebbe avuto la maggioranza e che, presumibilmente, bisognasse cercare un accordo p

LA LEZIONE INCOMPRESA DELLA NARRAZIONE POLITICA

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Logica vorrebbe che, se decidendo coerentemente a come ragiono ho portato il mio partito al minimo storico, per riportarlo al massimo dovrei decidere incoerentemente, cioè in modo diverso da come ragiono. Dunque, se coerentemente penso di dover stare in opposizione, devo decidere di entrare in maggioranza. Potrei stare in opposizione solo se fossi profondamente convinto di dover entrare in maggioranza. allora, poiché sono incoerentemente deciso ad entrare in maggioranza, per non sbagliare, dovrei decidere al contrario e quindi di restare in opposizione. Ma, se sono convinto incoerentemente di restare in opposizione, dovrei decidere di entrare in maggioranza. Ma.... Epimenide il cretese diceva che tutti i cretesi sono bugiardi. Se tutti i cretesi sono bugiardi, Epimenide, essendo cretese mente. Se Epimenide il cretese mente vuol dire che tutti i cretesi sono sinceri. Ma se tutti i cretesi sono sinceri, Epimenide essendo cretese... I loop logici sono moltissimi. Sono anch