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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

UNA PRIMA VALUTAZIONE ELETTORALE

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Che cosa ci insegna l'analisi comparata delle elezioni in due diverse regioni con esiti altrettanto diversi? C'è una ragione comune, oltre la retorica e noiosa litania delle considerazioni autogiusticative di fideismo politico. Nessuno prende voti allo schieramento alternativo.  Se vince la destra, è perché gli elettori di sinistra non vanno a votare.  O viceversa. Quando vince la sinistra è perché gli elettori di destra non sono andati a votare.  In Italia, il voto di appartenenza è ancora molto forte.  Se facciamo una analisi comparata sugli schieramenti e gli astenuti nella Regione Calabria e in Emilia Romagna, il dato è di una lampante evidenza.  La lega cannibalizza i voti del Centro Destra e il PD quelli del Centro Sinistra.  A Destra, quando cresce Forza Italia (direttamente o indirettamente tramite liste parallele) la Lega viene ricondotta al suo storico 11%, come in Calabria. Quando la lega prende il 32%, Forza Italia viene ricondotta al s

IL RISCATTO POLITICO DI TERRACINA

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Terracina: per una nuova alba I due atteggiamenti che caratterizzano la condizione di declino della nostra città sono:  la retorica vuota, esageratamente enfatizzata, della terracinesità , per cui ogni cosa è unica, insuperabile ed esclusiva;  la chiusura relazionale entro i propri particolari confini, dentro una autarchia economica, politica e culturale, per cui le nostre risorse sarebbero autosufficienti alla nostra ricchezza e al nostro benessere. Sono atteggiamenti di nulla indotti dalla caduta della discussione sulle visioni della città, dettati da atti amministrativi di nulla: buche che si bucano e che sprofondano in se stesse, strisce pedonali rifatte sbilenche, una viabilità labirintica e incomprensibile, cartelli stradali sbilanciati, sensi unici messi e tolti, poi rimessi per essere ritolti. L'incompetenza al potere fonda la propria legittimità su un immaginifico sclerotizzato di forme vacue. Invece, per favorire la connessione tra la nostra città e

COMPLESSITA': I CODICI DOMINANTI DELLA POLITICA AI TEMPI DEI NETWORK; INFORMAZIONE E/O COMUNICAZIONE

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  Vorrei sfatare il mito, che è stato talmente ripetuto da diventare un rito, che alcuni partiti, oggi, fondino il loro consenso sulla paura, o addirittura sul terrore. In genere questi partiti rappresentano fenomeni politici glocali, cioè globali e locali allo stesso tempo, che utilizzano principalmente, prima per emergere dall’anonimato e poi per mantenere l’elettorato, i mass media. Qualche anno fa, in un’epoca estranea a ogni equivoco di schieramento, Marcuse [1] spiegava che i mass media racchiudono i mezzi capaci di mantenere una forma di totalitarismo che non si fonda sul terrore ma opera attraverso creazioni e manipolazioni di falsi bisogni: di divertimento e di distensione, d’informazione e di consumo individuale, di sicurezza. Sembra una differenza piuttosto accademica e irrilevante, ma non lo è per niente. Ad esempio, in Italia la stabilità elettorale della lega è spiegata proprio da questa differenza tra lo sfruttamento della paura e l’induzione dei bisogni. Anche

COMPLESSITA': IL GRIDO DI DOLORE DEL SOCIALISMO

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Il socialismo, diceva Durkeim “ è un grido di dolore ”.  “ Il socialismo – scrisse in una nota nel 1894 e poi nelle lezioni tenute tra il 1895 e il 1896 - non è una scienza, non è una sociologia in miniatura, è un grido di dolore e a volte di collera, di uomini che sentono più fortemente il nostro malessere collettivo. Sta ai fatti che lo suscitano come i lamenti del malato al male che lo ha colpito e ai bisogni che lo tormentano .” [1] Perché questo grido di dolore non si sente più?  Non c’è più bisogno?  O soltanto abbiamo smesso di ascoltarlo?  Forse non lo udiamo? Forse rifiutiamo di sentirlo? Perché lo soffochiamo perché non ci interessa o perché lo temiamo? Per indifferenza o per responsabilità? Per colpa?  Eppure il dolore c’è ancora e urla forte, ma non raggiunge le nostre sonorità.  Siamo frequentati, oppure rifiutiamo di frequentare, in qualche modo ci neghiamo la presenza di uomini spaventati perché siamo noi spaventati. Uomini fuori continente, che

LE SARDINE NUOTANO IN MARE APERTO

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La cosa più bella delle ormai frequenti interviste che coinvolgono le sardine della politica italiana è lo sconcerto e la banalità dei loro interlocutori.  Abituati troppo e noiosamente a trattare i contenuti inautentici della politica, ignorano che, come insistentemente ripetuto da Hannah Arendt, la politica ha un senso autentico “ innanzitutto per via della sua modalità di attuazione ” [1] .  Non lo capiscono gli innaturali commentatori che cercano l’errore nelle parole di questi ragazzi, mentre l’essenza della loro esistenza è tutta nella autenticità politica delle “ modalità di attuazione ”. Non lo si è mai capito di Salvini e, prima ancora, di Berlusconi, di cui si è deriso le clamorose contraddizioni o le frequenti astrusità, mentre gli elettori premiavano le “ modalità di attuazione ” che, in qualche modo, dimostravano la loro autenticità politica. Non lo capiscono nemmeno i riabilitatori di Craxi, che lo denigrarono in vita e lo esaltano da morto (forse proprio

PILLOLE PER NON DORMIRE: il peso delle parole

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Quando, nel 1995, Umberto Eco tenne le sue lezioni alla Columbia University, ricordò il f amoso detto attribuito a Ionesco secondo c ui " solo le parole contano e il resto sono  chiacchiere ". Le parole che girano, oggi,  in Italia, sono solo chiacchiere? O pesano? Forse alimentano quello che Umberto Eco riconosce come fascismo moderno: " un modo di pensare e sentire, una serie di abitudini culturali, una nebulosa di istinti oscuri ed insondabili pulsioni. " Come mai, in Italia e forse non solo, sono ritornate, più o meno improvvise,   certamente improvvide,  queste " insondabili pulsioni" animate da parole avanguardiste? Perché manca la filosofia politica.  Manca la fusione intellettuale di gramsciana memoria necessaria per la comprensione, la formazione, la formulazione e la civilizzazione del pensiero politico. In politica non ci sono più intellettuali, in nessun partito,  e i pochi che restano sono inascoltati e derisi. Non esiston

IL FIGLIO DI DIO

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Durante il IX secolo a.C., la dinastia Ὁmrī governava sia Giuda che Israele. La Palestina allora era divisa in due regni distinti: al nord le tribù ebraiche formavano il Regno di Israele; a sud, altre tribù non soltanto di provenienza ebraica, formarono invece, dopo una serie di conflitti interni, il Regno di Giuda, così denominato perché governato dalla potente tribù di Giuda che ebbe la meglio e assorbì le tribù concorrenti di Simeone e di Beniamino. Il primo a governare entrambi diversi Regni, secondo il modello egiziano in cui il Faraone governava contemporaneamente l’Alto e il Basso Egitto che erano realtà sociali e politiche diverse, fu Davide, giacché Saul, suo suocero, non governò i Regni ma unificò tutte le dodici tribù d’Israele. Davide invece fu Re di entrambi i Regni, dividendo le due tribù nel Regno di Giuda (Giuda e Beniamino), che aveva come capitale Gerusalemme, dalle altre dieci tribù del Regno di Israele.  Sta di fatto che, probabilmente per tenere unificati