IL FIGLIO DI DIO


Durante il IX secolo a.C., la dinastia Ὁmrī governava sia Giuda che Israele. La Palestina allora era divisa in due regni distinti: al nord le tribù ebraiche formavano il Regno di Israele; a sud, altre tribù non soltanto di provenienza ebraica, formarono invece, dopo una serie di conflitti interni, il Regno di Giuda, così denominato perché governato dalla potente tribù di Giuda che ebbe la meglio e assorbì le tribù concorrenti di Simeone e di Beniamino. Il primo a governare entrambi diversi Regni, secondo il modello egiziano in cui il Faraone governava contemporaneamente l’Alto e il Basso Egitto che erano realtà sociali e politiche diverse, fu Davide, giacché Saul, suo suocero, non governò i Regni ma unificò tutte le dodici tribù d’Israele. Davide invece fu Re di entrambi i Regni, dividendo le due tribù nel Regno di Giuda (Giuda e Beniamino), che aveva come capitale Gerusalemme, dalle altre dieci tribù del Regno di Israele. 

Sta di fatto che, probabilmente per tenere unificati i due Regni, il re Yōrām di Giuda attorno all’850 a. C., sposò Ἁtaliāh figlia di Ἀhāb, Re di Israele. Da questo matrimonio, Ἁtaliāh ebbe un figlio maschio Ἀhazyāh, che succedette al padre come Re di Giuda. Tuttavia, non sappiamo ancora se per mano di Yēhūʼ e della sua rivolta o se per mano di di ‘Hazael, come riporta l’iscrizione sulla Stele di Dan, reperto archeologico recuperato nel 1993 nel sito di Laish, anche l’erede Ἀhazyāh venne assassinato (forse decapitato) allo scopo di eliminare definitivamente la dinastia degli Ὁmrī. Il Regno di Giuda fu tenuto per 7 anni dalla madre-reggente Ἁtaliāh, unica salvata proprio perché non appartenente a quella stirpe. Ἁtaliāh governò pensando di essere madre ed ignara di essere nonna. A sua insaputa, infatti, anche suo figlio Ἀhazyāh aveva generato un figlio di nome Yō’āš, protetto dalla zia, figlia di Yōrām e sorella di Ἀhazyāh, che, per salvarlo, lo nascose nel tempio di Yěhōšebaʻ. Sette anni, sette lunghi anni, il bambino restò occultato al mondo, finché il sacerdote Yěhōyādāh non fece giustiziare la regina madre, mettendo sul trono il legittimo giovane erede. 

Il Re infante però era orfano, di padre e di madre, e questa solitudine era una minaccia per la legittimità del suo ruolo e la integrità del suo regno. Allora il saggio sacerdote Yěhōyādāh scelse una investitura già sperimentata in Egitto, che permetteva, senza contestazioni, ai giovani Faraoni di assumere il potere. “In Egitto, infatti, all’atto di incoronazione veniva letto un «protocollo» regale che conteneva la proclamazione della «affiliazione» del faraone alla divinità.[1] Allo stesso modo, la realizzazione di un testo scritto, di un ʻēdūt, per la proclamazione del piccolo Yō’āš, va interpretata come “la proclamazione dell’adozione da parte di Yahweh[2], da parte di Dio. Nel Salmo, II, 7 si legge infatti: “voglio enunciare il decreto di Yahweh: egli mi ha detto: Tu sei mio figlio, ed io ti ho generato oggi[3]. In II Sam.,VII, 14, si legge: “io sarò per lui un padre ed egli sarà per me un figlio[4]

Come è evidente, almeno da Yō’āš in poi, cioè più di ottocento anni prima di Cristo, proclamarsi figlio di Dio, nella generale cultura ebraica, era un atto politico. Significava proclamarsi Re. Non nel regno dei cieli, ma qui in terra. Il Re, nella cultura politica ebraica, era figlio di Yahweh (Dio) in alleanza con il popolo. 

Si può capire allora cosa significasse per gli ebrei che Cristo si proclamasse figlio di Dio. Specie dopo aver raccolto attorno a sé 12 apostoli, proprio 12, come le tribù che Saul riunì sotto il suo controllo e sotto il suo potere: 2 del Regno di Giuda e 10 del Regno di Israele. Proclamarsi figlio di Dio era dunque percepito come un chiaro modo, una dichiarazione indispensabile per reclamare per sé il trono di Davide. 

E per Cristo? 

Che cosa significava per Cristo essere figlio di Dio? 

Non lo sappiamo, nessuno può saperlo:”Storicamente parlando, la predicazione di Gesù, il modo come egli intese la propria missione e la sua stessa figura non possono essere ricostruiti che entro certi limiti e con un certo margine di approssimazione, essenzialmente perché le fonti a nostra disposizione riflettono un momento nettamente posteriore della storia e della tradizione , quando la figura di Gesù aveva ormai subìto una trasformazione ed una modificazione radicale, divenendo un essere superumano che non ha più alcun reale contatto e rapporto con le vicende storiche e religiose del mondo giudaico del I sec. D.C.[5]. Possiamo però collocarlo in un preciso spazio geografico e in un habitat storico di cui è parte integrante, talmente integrante da non abbandonarlo mai, in un habitat concentrato sulla tradizione e sulle modificazioni successive che quel messaggio immediatamente prese. Un messaggio in cui la tensione religiosa e quella politica sono inscindibili, ma che nella storia ha realizzato, forse proprio come si voleva, principalmente la tensione politica piuttosto che quella religiosa. Il messaggio cristiano era politico fin dalle origine, perché portava con sé la promessa dell’avvento di una situazione storica diversa, la realizzazione di un Regno nuovo che in terra ancora non c’è. Non è un caso che l’avvento del «Regno di Dio» fosse sentito “come del tutto imminente”. Il messaggio cristiano, fin dalle origini, aveva una prospettiva escatologica di carattere prettamente politico: “la fine dell’«eone presente» comportava, necessariamente, anche la fine della presente situazione politica ed in quello futuro, quando Dio stesso sarebbe stato il «re», i Romani, la grande potenza che allora dominava Israele, non avrebbe certo avuto posto alcuno, ma non era la vittoria sui Romani che poteva essere considerata come l’éschaton, la «fine» della situazione presente: se Dio stesso doveva essere il re, ciò che veniva negato in linea di principio non era tanto il dominio dei Romani o di qualunque altra potenza straniera, quanto, piuttosto, la situazione stessa che rendeva possibile tale dominio.[6]

Ciò a cui si riferiscono i cristiani, fin dalle origini, è all’esercizio della sovranità globale che solo Dio può esercitare, al potere che ancora allora era “nelle mani di forze che si contrappongono a Dio, di Satana”: del nemico di Dio che è il nostro nemico, e viceversa, del nostro nemico che è il nemico di Dio. Quando verrà il Regno di Dio, che è il nostro Regno per Dio, allora Satana sarà distrutto e “una volta distrutto Satana e, con Satana, il male stesso, verrà meno il presupposto di tutto ciò che , nel presente, vi è di negativo, anche l’impero romano che, del dominio non di Dio, ma di Satana, sul mondo, rappresenta uno degli aspetti più evidenti e concreti[7]

Su queste basi, da sempre e per sempre politiche, non è affatto strano che la prima e unica religione globale, il cristianesimo, assorbisse l’impero globale di Roma, ne diventasse la sua filosofia politica, talmente evoluta nel corso degli anni, da perdere perfino il governo del suo territorio per essere portatrice di una governance universale. 

Lista dei Re di Giuda
Date di Albright
Date di Thiele
Date di Galil
Nome comune/biblico
Nome regale e stile
Note

Casato di Saul

'שאול המלך ossia Sha'ul
Regnò in Israele e in Giuda per 40 anni. Si suicidò durante la battaglia contro i Filistei sul Monte Gilboa.
'אֶשְׁבַּ֫עַל ossia Eshbaal
Regnò in parte del regno per due anni, poi fu ucciso. In seguito il regno passò interamente a Davide.

Casato di Davide


דוד בן-ישי מלך ישראל
David ben Yeshy, Melekh Ysra'el
Regnò su Israele e Giuda in Gerusalemme per 33 anni e 7 anni in Hebron, 40 anni in totale. Morto per cause naturali.
962922

970931
שלמה בן-דוד מלך ישראל
Shelomoh ben David, Melekh Ysra'el
Regnò su Israele e in Giuda in Gerusalemme per 40 anni. Morto per cause naturali.
922915
931913
931914
רחבעם בן-שלמה מלך יהודה
Rehav’am ben Shlomoh, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 17 anni. Morto per cause naturali.
915913
913911
914911
אבים בן-רחבעם מלך יהודה
’Aviyam ben Rehav’am, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 3 anni. Morto per cause naturali.
913873
911870
911870
אסא בן-אבים מלך יהודה
’Asa ben ’Aviyam, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 41 anni. Morto di gotta.
873849
870848
870845
יהושפט בן-אסא מלך יהודה
Yehoshafat ben ’Asa, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 25 anni. Morto per cause naturali.
849842
848841
851843
יהורם בן-יהושפט מלך יהודה
Yehoram ben Yehoshafat, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 8 anni. Morto per malattia intestinale inguaribile.
842842
841841
843842
אחזיהו בן-יהורם מלך יהודה
’Ahazyahu ben Yehoram, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 1 anno. Ucciso da Ieu, perché anch'egli parente di Acab, anche se solo per linea materna (cfr. 2 Re 9,7-8).
842837
841835
842835
עתליה בת-עמרי מלכת יהודה
‘Atalyah bat ‘Ahab, Malkat Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 6 anni. Moglie di Ioram, madre di Acazia e figlia di Acab di Israele. Prima regina regnante degli ebrei, fu uccisa dalle truppe a servizio del sacerdote Ioiada.
837800
835796
842802
יהואש בן-אחזיהו מלך יהודה
Yehoash ben ’Ahazyahu, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 40 anni. Figlio di Acazia e nipote di Ioram. Ucciso dai suoi ministri.
800783
796767
805776
אמציה בן-יהואש מלך יהודה
’Amatzyah ben Yehoash, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 29 anni. Morto in una congiura.
783742
767740
788736
עזיה בן-אמציה מלך יהודה
‘Uziyah ben ’Amatzyah, Melekh Yehudah
עזריה בן-אמציה מלך יהודה
‘Azaryah ben ’Amatzyah, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 52 anni. Morto per lebbra
742735
740732
758742
יותם בן-עזיה מלך יהודה
Yotam ben ‘Uziyah, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 16 anni. Morto per cause naturali.
735715
732716
742726
אחז בן-יותם מלך יהודה
’Ahaz ben Yotam, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 16 anni. Morto per cause naturali.
715687
716687
726697
חזקיה בן-אחז מלך יהודה
Hizqiyah ben ’Ahaz, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 29 anni. Morto per cause naturali.
687642
687643
697642
מנשה בן-חזקיה מלך יהודה
Menasheh ben Hizqiyah, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 55 anni. Morto per cause naturali.
642640
643641
642640
אמון בן-מנשה מלך יהודה
’Amon ben Menasheh, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 2 anni. Morto in una congiura.
640609
641609
640609
יאשיהו בן-אמון מלך יהודה
Yo’shiyahu ben ’Amon, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 31 anni. Ferito nella battaglia di Meghiddo, morì dopo essere ritornato a Gerusalemme.
יהואחז בן-יאשיהו מלך יהודה
Yeho’ahaz ben Yo’shiyahu, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 3 mesi. Necao, re dell'Egitto, lo detronizzò e lo sostituì con il suo fratello Ioiakim. Fu portato in Egitto dove morì.
609598
609598
609598
יהויקים בן-יאשיהו מלך יהודה
Yehoyaqim ben Yo’shiyahu, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 11 anni. Morto per cause naturali.
598597
יהויכין בן-יהויקים מלך יהודה
Yehoyakhin ben Yehoyaqim, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 3 mesi e 10 giorni. Il re Nabucodonosor lo deportò a Babilonia e lo sostituì con lo zio Sedecia. Morì a Babilonia.
597587
597586
597586
צדקיהו בן-יהויכין מלך יהודה
Tzidqiyahu ben Yo’shiyahu, Melekh Yehudah
Regnò su Giuda in Gerusalemme per 11 anni. Il re Nabucodonosor attaccò e conquistò Gerusalemme. Sedecia fu arrestato e portato a Babilonia come prigioniero.


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[1] PARENTE Fausto, Le istituzioni politiche del popolo d’Israele, in FIRPO Luigi (a cura di), Storia delle idee politiche economiche e sociali, vol. II, Tomo I, Ebraismo e Cristianesimo. Il Medioevo, Utet, Torino 1985, p.34 
[2] PARNETE F., cit. 1985, p.34 
[3] PARNETE F., cit. 1985, p.34 
[4] PARNETE F., cit. 1985, p.34 
[5] PARENTE Fausto, Il pensiero cristiano alle origini, in FIRPO Luigi (a cura di), Storia delle idee politiche economiche e sociali, vol. II, Tomo I, Ebraismo e Cristianesimo. Il Medioevo, Utet, Torino 1985, p.361 
[6] PARENTE Fausto, Le istituzioni politiche del popolo d’Israele, in FIRPO Luigi (a cura di), Storia delle idee politiche economiche e sociali, vol. II, Tomo I, Ebraismo e Cristianesimo. Il Medioevo, Utet, Torino 1985, p.360 
[7] PARENTE Fausto, Le istituzioni politiche del popolo d’Israele, in FIRPO Luigi (a cura di), Storia delle idee politiche economiche e sociali, vol. II, Tomo I, Ebraismo e Cristianesimo. Il Medioevo, Utet, Torino 1985, p.361

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