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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

TERRACINEIDE - introduzione

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C’è tanta storia scritta e descritta della nostra città. Una storia di documenti e di eventi. Non c’è una storia di avvenimenti, una storia che analizzi l’avvento. Non c’è una storia politica della città di Terracina che spieghi la coerenza dei comportamenti rispetto ai fatti vissuti e viventi.   Ci sono troppi miti e d’altronde troppe mitizzazioni che non fanno storia, ma leggenda. C’è un vuoto cognitivo tra ciò che siamo stati e la coerenza di ciò che siamo oggi. Nei tanti testi e trattati che riguardano la nostra città, non c’è insomma una storia che indichi la coerenza tra i fatti chi hanno connotato e gli atti che compiamo. Non c’è, a Terracina, una storia che faccia la storia. I romani erano consapevoli di questo vuoto, effettivo anche per la loro presenza nel mondo. Senza una storia passata in grado di giustificare la storia futura si sentivano ­­­­ minus habens , minorati, deficitari. Dettero allora a Virgilio il compito di riempire quel vuoto con una narrazione, con un

GENEALOGIA DEMOCRATICA: 10 - SPENTA E RIACCESA

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Come abbiamo già visto, il pensiero democratico pian piano si spense. SI spense con l’inesorabile passaggio dal logos tripolitikos al logos duopolitikos fino al logos monopolitikos . Il modello anomalo della democrazia era stato costruito su 4 principi fondamentali: 1.   l’ uguaglianza di fronte alla legge, proposta da Solone, e che aveva trovato espressione fisica nella istituzione della Ekklesia , cioè della assemblea dei cittadini; 2.   la rappresentanza , introdotta dalle riforme di Clistene, che avevano trovato concreta e fisica espressione nella Boulé , cioè nella assemblea dei 500 che approvano le leggi; 3.   l’ amministrazione , realizzata da Efialte, che consisteva nel vasto corpo di funzionari pagati che costituivano la burocrazia di Atene; 4.   la partecipazione a un modello politico complessivo e complessivamente equilibrato, realizzato negli anni da Pericle, in cui la oggettivazione delle decisioni veniva definita da appositi tribunali in grado di governar

GENEALOGIA DEMOCRATICA: 9 - LOGOS MONOPOLITIKOS DI SALLUSTIO E SENECA

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  SALLUSTIO SENECA Sallustio (86 a.C. - 35 a.C.) e Seneca (4 a.C. - 65 d.C.), con il moralismo prima e lo stoicismo poi, affossarono definitivamente la Repubblica e il pensiero democratico superstite. Per loro anche il logos duopolitikos di Platone non andava bene. Bastava il Monarca. Magari un Monarca illuminato, in grado di saper spazzare via definitivamente la “ faziosità delle lotte politiche tra la nobiltà e il popolo ” come causa della profonda corruzione (Sallustio, Bellum Catilinae ) della res publica (Sallustio, Bellum Iugurthimum ). Magari un Monarca clemente ( Seneca, De Clementia ) quando occorresse “ alla virtù della clemenza, Seneca, assegna il compito di moderare il potere illimitato del principe, che si erge contro un mondo pericoloso e intrattabile; di rendere l’imperatore consapevole delle sue responsabilità di fronte ai sudditi ”. La Repubblica è cancellata dal pensiero politico, figurarsi la democraz

GENEALOGIA DELLA DEMOCRAZIA: 8 - La Filosofia Pragmatica (politica) di Cicerone

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Pian piano la democrazia, come realtà storica e come concezione politica, comincia ad evaporare. Possiamo ad esempio sostenere che Marco Tullio Cicerone, nato ad Arpino 106 a.C. e morto il 43 a.C. assassinato sulla spiaggia di Gaeta, ad esempio, fosse un democratico? Un po’ si e molto no. Siamo attorno al 56 a.C., negli anni  della “scomparsa di Crasso dalla scena della politica e della vita, ed il definitivo accostamento di Pompeo verso l’aristocrazia senatoria, mentre il 20 gennaio del 52 gli endemici disordini urbani culminarono nel trucidamento di Clodio ” .  Allora Pompeo aveva dato inizio a un “ governo personale mascherato sotto il titolo di «console senza collega» ” e sostenuto, di fatto, da “ gladiatori miloniani” che tenevano sotto pressione il senato. Il paradigma politico di Cicerone è il logos duopolitikos di Platone e, come Platone, scrive il De republica e il De Legibus ; ma, diversamente da Platone, Cicerone dichiara di richiamarsi alla tradizione aris