ESITI POLITICI E MECCANISMI ELETTORALI
Nessuno pensa che i dati elettorali sono
il risultato anche e principalmente del meccanismo elettorale. Ci sono
certamente anche motivazioni politiche di fondo, ma nella scienza politica post
sartoriana è noto che il meccanismo elettorale determina l’esito politico.
L’argomento è semplice. Il meccanismo
con cui si vota non è neutro. È la domanda che viene posta agli elettori che condiziona
la loro risposta: meccanismi proporzionali chiedono “quale partito
preferisci?”; meccanismi uninominali chiedono “chi vuoi che ti governi?”.
Ci sono poi domande molto più complesse con meccanismi misti, ma in estrema
sintesi questa è la differenza. Le motivazioni politiche che hanno spinto i
cittadini elettori a votare per l’uno o per l’altro vanno sempre contenute
entro questo schema. Ed entro questo schema si capisce quando una legge elettorale
è sbarellata, come il nostro “rosatellum”, o quando non lo è. Per
esempio, il concetto di leader (di capo, come volgarmente indicato nel testo
della nostra legge) si giustifica nei meccanismi uninominali, in cui il capo
assorbe un certo numero di aspettative di governo. Nei meccanismi proporzionali
si preferisce il concetto di organizzazione, meglio se partecipata ed
includente. Noi abbiamo inserito il concetto di capo in un meccanismo
proporzionale. Gli elettori hanno scelto coerentemente le organizzazioni
realmente o falsamente includenti. I capi
sono andati giustamente tutti a casa.
Il meccanismo elettorale è la domanda
che si pone ai cittadini. Sempre nella vita la domanda condiziona la risposta. Possiamo
poi giudicare anche la risposta. Ma senza sapere quale è la domanda non
riusciamo a comprenderne il significato. Un altro macro esempio? Giovanni
Sartori per anni ha scritto e spiegato che i meccanismi proporzionali
determinano lo spostamento elettorale sui poli estremi dello schieramento
politico. Per questo motivo ha denominato il caso italiano, con il sistema dei
suoi partiti, “pluralismo polarizzato”. Abbiamo malamente ripristinato
il meccanismo elettorale? Puntualmente le aspettative politiche sono fluttuate
agli estremi dello schieramento dei partiti (Lega e M5S).
Io credo che questo lo sapessero gli
incauti estensori del meccanismo elettorale imbrigliato, imbrogliato e
imbroglione. Anzi, credo che proprio questo avevano malamente calcolato. Sapevano
di imbarcare il dissenso degli italiani e hanno cercato, con una legge
elettorale truffaldina, di congelarlo agli estremi dell’area politica deputata
al potere, cioè agli estremi della formazione del governo. Ma il calcolo malato
è andato malamente perché non si aspettavano un flusso elettorale del 30%.
Un movimento elettorale del 30% non si
è mai visto. Il PD, ad esempio, in pochi anni ha perso il 22% di voti. Nessuno se
lo aspettava e nessuno lo ha calcolato. Se il movimento politico delle
aspettative elettorali fosse stato, come si verifica normalmente, del 5% o del
7%, PD e Forza Italia avrebbero tranquillamente fatto il governo pur perdendo
le elezioni. Il 30% di spostamento elettorale è esagerato e denuncia una
situazione veramente critica della società italiana. In questa condizione i
voti non sono di nessuno. Sono puro dissenso. L’illusione di chi vince (peggio
se stravince) una consultazione elettorale è di essere lui l’artefice della
vittoria e quindi di avere il controllo di un elettorato più o meno permanente.
Invece lui è il prodotto di un sentiment politico incontrollabile che si forma
sulle aspettative crescenti di cittadini insoddisfatti. È un errore in cui sono
incappati tutti i vecchi capi, Berlusconi o Renzi ad esempio, e in cui possono
incappare facilmente anche i nuovi capi, Di Maio o Salvini ad esempio.
In ogni caso, indipendentemente dalle
sfortune dei singoli, resta una fluttuazione elettorale del 30%, cioè
aspettative crescenti che si esprimono in dissenso per il 30% dell’elettorato
attivo (75%). È una situazione profondamente preoccupante per tutti, chiunque
vinca e governi, a cui si può porre rimedio soltanto con la politica, cioè riformando
davvero i fattori morfologici del network politico italiano. E senza trucchi.
Commenti
Posta un commento