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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

SOCIALISM LIFE 18 - riformare le istituzioni per riformulare la democrazia

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  Alla fine, le contestazioni alla democrazia sono di due tipi: · che dietro e dentro la democrazia si nasconda una elite di interessi e di interessati essendo, le decisioni, riservate a pochi; · che ci sia bisogno, per le migliori decisioni, di una aristocrazia di intelletti perché il facile accesso alle cariche pubbliche degenera la qualità le istituzioni politiche. Ammesso e non concesso, assolutamente non concesso, che questo sia vero, come si può fare per evitarlo? La democrazia è nata grazie ad una legge voluta da Pericle nel 451 a.C. che, contro le aristocrazie familiari dominanti, permetteva a tutti i cittadini nati da madre e padre ateniese, l’accesso alle cariche pubbliche e la partecipazione, tramite l’assemblea, alle decisioni politiche. Come hanno fatto a trasformare Atene in “ un esempio di educazione per la Grecia ” [1] ? Secondo Massimo L. Salvadori inventarono “ un modello ideale e pratico, la cui essenza fu di pervenire alle decisioni nel corso del

SOCIALISM LIFE 17 - separtizione e riforme

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È facile contestare la conclusione (se la conclusione è sempre in qualche modo una sintesi), un po’ esaltata a dire il vero, del libro di Donatella Di Cesare [1] sulla rivolta che sostituisce la rivoluzione: “ Così, ma con accentuato valore politico, la rivolta non solo mette a distanza l’abituale e l’abitudine, ma invita un altro modo di abitare il tempo. Chiama e richiama alla storia comune, affinché non sfugga via indifferente e imperturbabile. Laboratorio del riscatto, tempo di liberazione, che mentre affranca dai vecchi vincoli, lega in modo nuovo, che mentre estranea, accomuna, la rivolta non è evasione, rifugio dal tempo storico, né mezzo effimero in vista di un fine più alto. Piuttosto è passaggio anarchico a uno spazio di tempo dove il dopodomani non è evocato, ma già vissuto, nell’affrancamento dal luogo, dall’identità, dall’appartenenza, nella violazione delle frontiere nazionali e dei confini statuali, nel disimpegno dall’architettura politica. ” Il compianto Lucano Pellic

SOCIALISM LIFE 16 - Rivoluzione, Rivolta, Riforma

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  In una pagina del recente libro di Donatella Di Cesare [1] c’è tutta la cecità filosofica e storica degli intellettuali dialettici, direi dicotomici, di provenienza hegeliana o marxista [2] : da una parte, il potere regolatore interno, impuro e corruttore; dall’altro, l’azione salvifica, evangelica, delle rivoluzioni esterne, di partigiani, di moltitudini, di masse, di ribelli missionari messianici. Sintetizzo per chi non avesse letto il libro. Donatella Di Cesare riporta un articolo del 2014, intitolato significativamente “ Perché oggi non è possibile nessuna rivoluzione ”, che a sua volta riporta un dibattito tra Byung-Chul Han e Antonio Negri in un teatro di Berlino. Il suo resoconto è questo: “ Alla prospettiva ottimistica di Negri, alla sua «troppo ingenua» speranza nell’insurrezione della moltitudine contro l’Impero, Han replica sottolineando la stabilità del sistema neoliberale che non è repressivo, bensì seduttivo. Proprio per ciò riesce a neutralizzare quella labile resist