POSTPENSIERO - La filosofia politica dei social - PARTE PRIMA - 76) Stateless: abrogare il Presidente

28 gennaio 2022,  ore  8.43 


L'affanno e per molti versi il ridicolo rincorrersi per i vicoli di Roma, di capi partito che cercano disperatamente di sentirsi decisivi nella trattativa mediocre dell'attribuzione di un nome ad un ruolo, è uno spettacolo mediatico soffocante di cui si occupano soltanto le televisioni (voce stonata delle élite politiche) ma non i social (il nuovo spazio della discussione civica).

L'insignificanza delle procedure è data dalla insignificanza del ruolo. Il Presidente della Repubblica o, peggio ancora, il Capo dello Stato è un ruolo seicentesco, l'espressione di una organizzazione politica gerarchico-piramidale, che nell'epoca dei network non serve e non significa più nulla.

L'organizzazione politica globale che funziona meglio in questa nostra epoca storica, "all'altezza dei tempi" direbbe Ortega Y Gasset, l 'Europa, non ha un Capo dello Stato. E le Piattaforme Continentali di Nazionalità più importanti al mondo, non hanno una figura garante della corretta articolazione della legge costituzionale.

La garanzia costituzionale in una democrazia matura è data dalla legge, non da un capo.

La figura del Presidente delle Repubblica, che ancora mostra uno Stato fatto di strutture e non di funzioni, è obsoleta e andrebbe abrogata.

Forse c'è bisogno di un terminale di rappresentanza politica omogenea, ma c'è già il Premier che svolge questo ruolo, nella duplice veste di funzione interna e prestazione esterna.

La presenza del Presidente della Repubblica si giustifica soltanto come super partes rispetto al conflitto politico. Ma proprio in questa attribuzione si evince interamente la nostra immaturità democratica, il nostro infantilismo politico. In una democrazia matura, per il fatto che tutti i politici o addirittura la maggior parte degli organi sono eletti, la rappresentanza è sempre l'espressione di una parte. Anzi, essere espressione della parte prevalente della nazione significa essere legati inscindibilmente al sentiment politico della maggioranza dei cittadini. Invece, la rappresentazione è sempre super partes. Sempre, appena eletto da una parte, il rappresentante si spoglia del suo schieramento e opera a nome della collettività, regolamentato dalla legge.

Un Capo dello Stato super partes significa che da noi tutto il resto è sempre e solo partes, schieramento, partito, gruppo, banda. E che ci vuole una persona in un ruolo di garanzia perché la Legge non riesce ad esserlo di per sé.

Nell'epoca dei network tutto questo inutile bizantinismo è ridicolo.

Maturità politica vorrebbe che si riformasse lo Stato e si abrogassero la miriade di insignificanti ruoli che generano soltanto vuoto di rappresentanza politica, finalizzati a coprire, con la vuota formalità, la discrezionalità nella distribuzione del potere.


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