POSTPENSIERO - La filosofia politica dei social - PARTE PRIMA - 51) Abilità senza saggezza

 

29 ottobre 2021, ore 17.01



Nel 1954, pubblicato per la George Allen & Unwin a Londra, Bertrand Russell scrisse un libro fantastico, dal titolo "Un'Etica per la politica", edito in Italia da Laterza. In quel libro, a pag. 190 esistono parole semplici, come in ogni incommensurabile filosofia, che pesano sulla nostra coscienza come un masso inamovibile: “Ogni incremento dell’abilità, se si vuole che produca un incremento anziché una diminuzione della felicità umana, richiede una corrispondente crescita della saggezza. Negli ultimi centocinquant’anni si è verificata una crescita dell’abilità che non ha precedenti, ed il ritmo di questo avanzamento non da segni di stanchezza. Al contrario, la saggezza non ha fatto registrare il benché minimo progresso. Le parole d’ordine della politica sono ancora le stesse che erano in voga nel diciottesimo secolo. Gli slogan che fanno vincere le elezioni sono ancora quelli folli del passato. Oggi più che mai un’avidità miope rende le comunità cieche di fronte alla prospettiva dei propri interessi di lungo periodo. È l’abilità disgiunta dalla saggezza la causa dei nostri guai.

Dalla prima fase della società della comunicazione, se la datiamo dalla caduta del Muro di Berlino (1989), ad oggi, sono passati 32 anni. Da quando scrisse Bertrand Russell ne sono passati 67. A leggere e sentire le dichiarazioni di tanti esperti apprezzati per le loro abilità, in filosofia, in psichiatria, in storia, in medicina, nelle dichiarazioni e nelle azioni di molti politici, capi che non riescono ad essere leader, è evidente che la saggezza non è progredita di molto rispetto alla crescita delle nostre abilità. Dalle polemiche assurde sul Green Pass, o sulle astruse argomentazioni del NoVax, fino al rifiuto oscurantista del Ddl Zan, oggi più di ieri possiamo constatare il vuoto che si è creato, specie nel web, tra le abilità e la saggezza. Siamo ancora li: “il rimedio, quindi, non starà in un puro e semplice aumento dell’abilità, ma nella crescita di quella saggezza che i tempi richiedono”.

Sennonché la saggezza, che possiamo chiamare equilibrio, cresce con la cultura e con l'educazione, che è stata distrutta, appositamente distrutta, per esaltare il potere delle singole e singolari abilità.

Le abilità non sono competenze. La differenza sta proprio nella assenza di equilibrio (saggezza) che le abilità non hanno ma la competenza si.

Quali siano queste abilità, che non sono mai competenze, aiuta notevolmente a capire una delle modalità di funzionamento del potere contemporaneo. Una di queste, di fronte alla quale siamo tutti i giorni, è ad esempio quella di radicalizzare gli atteggiamenti e gli argomenti. Una abilità che distrugge, in un caos privo di funzione critica, ogni competenza e tutte le saggezze indispensabili per migliorare la vita dei nostri tempi.

 

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