POSTPENSIERO - La filosofia politica dei social - PARTE PRIMA - 28) A sproposito del decreto sul Green Pass
29 luglio 2021 ore
Io
sono un illuso e, come ogni llluso, resto regolarmente deluso dalla
"eloquenza dei fatti", come diceva Cicerone. Mi è successo più volte.
Stimi un autore per la sua cultura e la indubitabile autorevolezza, poi leggi i
suoi testi e quasi non credi alla banalità delle asserzioni. È la volta di due
mostri sacri come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari.
Vediamo
gli argomenti principali.
1
- "La discriminazione di una categoria di persone, che diventano
automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo, le cui
conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica. Lo si sta
affrontando, con il cosidetto green pass, con inconsapevole leggerezza."
Allora
sono discriminati anche coloro che non hanno la patente, coloro che non hanno
il porto d'armi, coloro che non possono esercitare una professione senza un
titolo di studio, chiunque non ha un diritto di cittadinanza rispetto a chi ne
ha è automaticamente discriminato. È discriminatorio isolare gli infettati,
chiudere i malati in un ospedale. Ma che vuol dire? Non si è cittadini di serie
A o B rispetto alla possibilità di poter fare o non fare qualcosa. E non si è
discriminati se ciò che non si può fare arreca un danno agli altri. La libertà
di muovere un pugno nell'aria finisce, in una democrazia, dove comincia il naso
di qualcun'altro. Per questo la democrazia combatte con una mano legata, perché
anche il potere deve rispettare la legge, diversamente dai regimi dispotici.
2
- "Ogni regime dispotico ha sempre operato attraverso pratiche di
discriminazione, all’inizio magari contenute e poi dilaganti. Non a caso in
Cina dichiarano di voler continuare con tracciamenti e controlli anche al
termine della pandemia. E varrà la pena ricordare il “passaporto interno” che
per ogni spostamento dovevano esibire alle autorità i cittadini dell’Unione
Sovietica."
E
questa è proprio una mistificazione. Perché la Cina è discriminatoria per il
decreto di controllo e non per altro? O non è forse vero che la Cina o l'Unione
Sovietica di Stalin approfitta a di quelle norme perché era un regime
dispotico? Il carcere viene istituito sia in democrazia che nei totalitarismi,
ma un conto è se detiene i criminali, altro conto è se detiene i dissidenti.
Non è attribuibile al carcere questa differenza ma al regime.
3-
"Quando poi un esponente politico giunge a rivolgersi a chi non si vaccina
usando un gergo fascista come “li purgheremo con il green pass” c’è davvero da
temere di essere già oltre ogni garanzia costituzionale."
Anche
questa è un falso argomento finalizzato ad una impressione emozionale: è chiaro
che la stupidità di uno non può essere imputata a tutti e tanto meno ad una
norma.
4
- "Guai se il vaccino si trasforma in una sorta di simbolo
politico-religioso. Ciò non solo rappresenterebbe una deriva anti-democratica
intollerabile, ma contrasterebbe con la stessa evidenza scientifica."
La
cosa ridicola è che proprio questa loro lettera e questo appello trasforma il
decreto e il vaccino, che come tutte le cose ha i suoi limiti, in un simbolo
politico-religioso.
5
- "Nessuno invita a non vaccinarsi! Una cosa è sostenere l’utilità,
comunque, del vaccino, altra, completamente diversa, tacere del fatto che ci
troviamo tuttora in una fase di “sperimentazione di massa” e che su molti,
fondamentali aspetti del problema il dibattito scientifico è del tutto
aperto."
Resta
il fatto, inequivocabile, che da quando c'è il vaccino, l'isolamento e altre
politiche di controllo dei contatti, i contagi delle diverse tipologie di virus
sono ridotti drasticamente. E i morti pure. Questo è un fatto oggettivo, con la
sua validità scientifica, nonostante i suoi limiti come tutti i prodotti
scientifici.
Ciò
che non ha veramente limite sarà la stupidità dei "no vax" che
utilizzeranno l'allarme di Agamben e Cacciari, specie laddove si utilizza il termine
barricadero e populista di "propaganda di regime" (come se in Italia
ci fosse un regime totalitario come in Cina o in URSS) al posto di
"informazione", per dimostrare le ragioni della propria dietrologia e
del proprio fanatismo.
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