POSTPENSIERO - La filosofia politica dei social - PARTE PRIMA - 66) Kant no-vax
2 gennaio 2022, ore 09.49
Quale è il clamoroso errore nella nota iscrizione sepolcrale che Immanuel Kant ha voluto per sé: “il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me”?
La
legge morale ha una dimensione individuale dettata da propri imperativi
categorici. I comandamenti, insomma.
Il
cielo stellato ha una dimensione universale costruito da leggi scientifiche.
Formule, insomma.
Manca
totalmente, nella iscrizione kantiana, la dimensione collettiva della
socialità, fondamento della sopravvivenza e fondazione del diritto. Regole,
insomma.
Che
Kant, come tanti, sottovalutasse la dimensione delle scienze sociali
(sociologia, economia, giurisprudenza e politologia) è parte strutturale del
suo liberalismo.
Che
noi lo ignoriamo ancora, dopo il disvelante contributo di Cicerone e dopo che
Wilson ci ha spiegato che la terra è stata conquistata da animali eu-sociali
(di cui l'uomo è la migliore rappresentazione), è un danno colpevole.
La
dimensione sociale è fondazione e fondamento della nostra sopravvivenza come
specie. Il solo modo che abbiamo per esistere, per resistere, per vivere, è
convivere.
Da
questo punto di vista è chiarissimo il danno colpevole che fanno, gli oppositori
compulsivi al vaccino, a tutti. Non consiste soltanto nel favorire la
propagazione del virus. Il loro comportamento, la loro pretesa di privilegio personale
è una minaccia strutturale alla sopravvivenza e alla responsabilità collettiva
che comporta. Una minaccia sociale di ordine cognitivo alla vita sulla terra.
Non è un diritto, certamente. Non è una liberalità, per quanto equivoca. È un
privilegio che si trasforma in un sopruso contro l'evoluzione intera di ogni
specie vivente.
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