POSTPENSIERO - La filosofia politica dei social - PARTE PRIMA - 56) La democrazia simbiotica della comunicazione
19 novembre 2021, ore 11.25
Su
RaiNews24, ogni venerdì alle 10.30, c'è il resoconto della attività dei
politici sui social e la risposta degli utenti a loro. La cosa che risulta
assolutamente evidente è che coloro che ricevono più attenzione sul web
ricevono meno voti elettorali (nei sondaggi) e che coloro che fanno meno
polemica sono i più seguiti.
Che
significa?
Mettiamo
che questi dati fossero veri (e ho moltissimi dubbi). Anche se fossero falso
(come è probabile che sia), tuttavia sarebbero indicativi. Nella società della
comunicazione si diffondono dati falsi per orientare il sentiment degli utenti.
Tuttavia se si falsificato i dati mostrando atteggiamenti
"compossibili" (Russell), cioè finalizzati al confronto collaborativo
apparente, è già molto indicativo.
Tutto
questo significa una cosa soltanto: che la società della comunicazione, dopo un
naturale vuoto di transizione, si solidifica, come direbbe Alberoni, passa da
Movimento a Istituzione, e quindi tende ad accreditare sempre più atteggiamenti
ragionevoli all'interno della sua particolare logica.
Gli
aggressivi tendono ad autodistruggersi in un breve periodo di tempo.
Chi
vuole resistere deve essere meno aggressivo e più propositivo.
Ciò
che dobbiamo temere, piuttosto, non sono più gli urlatori di professione che si
illudono di uscire dal coro e non capiscono che si fanno strumento di un attimo
comico mediatico.
Ciò
che dobbiamo temere è la costruzione di scenari di verità sostitutivi della
realtà. Questa è la vera minaccia democratica della società della
comunicazione. La democrazia è più forte quanto più, epistemologicamente, la
verità è in simbiosi con la realtà.

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