POSTPENSIERO - La filosofia politica dei social - PARTE PRIMA - 43) Ipocrisia storica replicata
15 ottobre 2021, ore 10.30
Una volta, tantissimi anni fa, ero studente del liceo scientifico del mio paese e rappresentante degli studenti (tutti) della mia città in Consiglio Comunale.
Forse
avevo 16 anni.
Un
giorno, un ragazzo fagocitato ed esorbitante, di destra, aggredì con violenza
un ragazzo radicalizzato ma calmo di sinistra all'uscita di scuola. Il ragazzo
di sinistra però era fisicamente il doppio del ragazzo di destra. Restò calmo.
Non reagì. Bloccò l'aggressore e lo portò, con fermezza, dalla Preside, che non
era Preside ma supplente, per ottenere giustizia. Ottenne ingiustizia. La
Preside, che restava supplente senza diventare Preside, decise per 5 giorni di
sospensione per l'aggressore e 3 per l'aggredito. Aveva presupposto, senza
saperlo, una provocazione.
Noi
organizzammo, su mio consiglio, 3 giorni di sciopero corrispondente al periodo
di sospensione dell'aggredito.
La
Preside, forse in fondo per essere ancora supplente e non essere ancora
Preside, s'imbestialì, ma non poté fare nulla. Non capì mai che aveva insegnato
a tutti che cosa è l'ingiustizia e la presunzione di colpa.
Contro
questa ipocrisia parteciparono tutti, proprio tutti gli studenti della città.
Negli
anni questa ipocrisia l'ho vista e rivista più volte.
La
sento ogni volta: quando si dice che i nazisti erano delinquenti ma la colpa
era degli ebrei perché non hanno reagito; quando si giustifica un atto violento
o illecito con una qualsiasi argomentazione; quando si sposta il problema da
quello centrale ad uno laterale e irrilevante per tacitare l'accusa; quando i
genitori giustificano la violenza contro i figli come atto educativo; quando si
inventano dietrologie opportune e funzionali per esercitare il proprio sopruso
sugli altri; e altre infinite volte in migliaia diverse manifestazioni.
L'ultima
riguarda l'aggressione ai sindacati italiani da gruppi no-vax, no-vaccino,
neofascisti.
Il
problema portato in parlamento e con enfasi propagandato non è stata
l'aggressione, la colpa dei violenti e facinorosi, ma della incompetenza del
ministro. Il problema non è aderire ad una manifestazione contro la violenza e
per la solidarietà nei confronti dell'aggredito. il problema è l'inopportunità
elettorale della manifestazione. Perché il problema è lasciare ai gruppi
neofascisti un'area politica non schierata e comunque non coinvolta, dove poter
ancora pescare in un futuro prossimo venturo.
Cito
Pasolini: " Madri feroci, che vi
hanno detto: / Sopravvivete! Pensate a voi! / Non provate mai pietà o rispetto
/ per nessuno, covate nel petto / la vostra integrità di avvoltoi!"
E
conclude: " E' così che vi
appartiene questo mondo: / fatti fratelli nelle opposte passioni, / o le patrie
nemiche, dal rifiuto profondo / a essere diversi: a rispondere / del selvaggio
dolore di esser uomini."
Si
chiama semplicemente ipocrisia e l'hanno insegnata a noi, a scuola, prima
ancora e peggio dei social media.
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