POSTPENSIERO - La filosofia politica dei social - PARTE PRIMA - 64) Inflazione delle parole

 

29 dicembre 2021, ore 06.28



Mi sono chiesto come mai, delle 4 virtù cardinali, soltanto la saggezza, tradotta dal greco phronesis e dal latino prudentia, fosse considerata l’unica virtù intellettuale; mentre le altre – giustizia, forza e temperanza – fossero invece considerate virtù morali.

Lo afferma il filosofo Giovanni Grande, a pagina 83 del suo recente libro dal titolo “Scusi per la pianta. Nove lezioni di etica pubblica”, edito da Utet nell’anno 2021, ancora per poco, quest’anno.

Si potrebbero rischiare diverse interpretazioni per una giustificazione ermeneutica, cioè concentrata sui significati delle parole e dei concetti, sui termini e sulla loro classificazione. Tuttavia l’interpretazione più affidabile, a mio avviso, è di ordine epistemologico, riguarda cioè il metodo e la logica delle scienze sociali. L’ha proposta molti anni fa Giovanni Sartori, in un libro colpevolmente sottovalutato, dal titolo “La Politica, logica e metodo in scienze sociali”, edito a Milano nel 1980, dalla editrice Surgar, ormai scomparsa. Scrive: “Ovviamente, nessuno nega l’enorme vantaggio di passare da vaghi attributi qualitativi – come «molto» e «poco» - a precise misure espresse da valori numerici. Ci regoliamo tutti meglio se invece di «molta febbre» sappiamo che è di 38 ma non 42 gradi. Ma la conversione del qualitativo nel quantitativo ci ha fatto perdere di vista che esiste anche un problema di riconversione della quantità in qualità. I gradi 34 e 44 di un termometro centigrado non significano niente, sono numeri come tutti gli altri, se non li ricolleghiamo al fatto che al di sotto o al di sopra di quei valori numerici un essere umano muore. Non è che 45 è 44+1; è che a 45 gradi siamo morti: e questo si converrà, è un bel salto, una discontinuità (qualitativa). Nel nostro termometro lo 0 è importante perché indica che l’acqua si congela; il 44 è importante perché indica la nostra circolazione sta per incepparsi; il 100 è importante perché indica che l’acqua va in ebollizione (e sparisce), e così via. Quando percentualizziamo, il 51 per cento è importante perché – nell’ambito di un principio maggioritario – può spartire tra chi prende tutto e chi perde tutto.

Che cosa ci vuole dire?

Questo: “Mettiamola in questo modo: nell’analisi logica le parole non hanno peso o – potremmo anche dire – pesano tutte uguali, hanno sempre lo stesso peso. Così, «acqua» per denotare l’acqua contenuta in una bacinella, è lo stesso che «acqua» per denotare il contenuto dell’Oceano Pacifico. «Dolore» per denotare un mal di testa, è lo stesso che «dolore» per denotare la sensazione di chi resta schiacciato da un’automobile. Dunque, una stessa parola può essere usata non solo in significati diversi, ma anche – in ordine allo stesso significato – con un peso profondamente diverso. Naturalmente tutti noi avvertiamo questa differenza di peso.

Siamo sicuri?

Siamo sicuri che nella inflazione di parole della società della comunicazione tutti noi avvertiamo questa differenza di peso.”?

Ciò che accade con la inflazione delle parole è che perdono peso e, se perdono peso, perdono valore, proprio come accade per la moneta in fase inflattiva.

La saggezza è una virtù intellettuale, dunque, perché ha una capacità di ponderazione, sa pesare le parole e questa sua connotazione, fondata sulla ragionevolezza più che sulla razionalità, costituisce, a mio avviso, la pietra fondamentale per comprendere le scienze sociali, in generale, e la scienza politica, in particolare.

Attenti però.

Nella società della comunicazione l’inflazione delle parole, la loro perdita di peso, dopo la scissione simbiotica tra verità e realtà, è la seconda sostanziale minaccia alla democrazia, specie quando questa “insostenibile leggerezza dell’essere” diventa offensiva, violenta, falsa, addirittura diffamante.

Talvolta, dunque, conviene starsene zitti.

Io pure.

Commenti

Post popolari in questo blog

SU JUNG

TEOCRATICA O TEOCENTRICA? Le forme del potere religioso

SOCIALISM LIFE 24 - dall’avvento all’evento