SOCIALISM LIFE 24 - dall’avvento all’evento

 


Alessandro Ceci


Gli animali conoscono la libertà, esclusivamente. Gli umani conoscono anche la giustizia.

In un bellissimo libro di Filosofia politica, Monica Ferrando ci ricorda che, per i Greci “una definitiva differenza tra un mondo senza dike, quale è quello degli animali che si sbranano tra loro, e quello degli umani obbligati dalla presenza di dike a non tollerare tale comportamento nella loro vita associata”[1].

Dike è la Dea della giustizia: “la giustizia come principio che governa l’opposizione dei contrari, le contrastanti pretese,[2]   

 

Ora, Anna Jellamo ci spiega che la Giustizia greca si compone di 3 elementi fondamentali: reciprocità, “essendo garanzia di equilibrio in qualsiasi rapporto fra parti”; proporzione, ciò che uno è e ciò che uno ha, la propria essenza e la propria esistenza, si definisce in relazione con gli altri, si tratta cioè di “un’uguaglianza di rapporti[3]; simmetria, “nel dare e nel prendere, nel togliere e nel restituire[4].

Contemporaneamente, Monica Ferrando, dimostra che la filosofia politica greca nasce dalla concezione arcadica del termine nomos, intraducibile perché significa contemporaneamente 3 cose: pascolo, cioè habitat; musica, cioè equilibrio; legge, cioè ordine. Ed è un modo di “percepire il mondo naturale e il mondo delle relazioni umane, cioè la politica, come il prodotto di un tentativo riuscito di sapiente mescolanza significa infatti coglierlo proprio secondo un principio di armonia precedente ad ogni regola precostituita, che pure non è dato dalla natura o dal caso, cioè dalle condizioni fisiche del territorio e dei corpi, anche se esso vi è implicito e latente, ma rimanda a una dimensione onnicomprensiva nominabile solo come nomos.”[5]

La giustizia dunque è il cleavage, la linea di demarcazione che distingue la caotica natura dall’equilibrio del mondo umano, sebbene non sempre armonico.

Tuttavia, questo non basta per capire perché la vita è sociale e perché il socialismo è vita.

Per comprendere fino in fondo la nuova e antica concezione di Socialism Life è indispensabile decostruire questo verso di Pindaro:

Nomos di tutti re

mortali e immortali

conduce rendendo conforme a dike il più forte

con mano suprema.[6]

 

È questo, come afferma Agamben[7], “il paradigma nascosto che orienta ogni successiva definizione di sovranità”?

Come al solito e più che in altre lingue le affermazioni greche sono sempre portatrici di diversi, complementari significanti. Una cosa però, in qualsiasi significato possibile, è certa.

È lo stesso concetto dell’inizio del libro sacro di Salomone (Sap. 1,1) riproposto da Dante Alighieri nel XVIII del paradiso (91- 93): Diligite iustitiam qui iudicatis terram (Amate la giustizia voi che siete giudici in terra).

Tutti ripetono sempre e soltanto la stessa cosa: è la giustizia, non la libertà, che regolamenta la vita degli umani. La libertà appartiene agli stati naturali, dunque anche agli animali. Ciò che è esclusivo degli umani, ciò che contemporaneamente li esclude dal caos della violenza e della sopraffazione, ciò che garantisce la sopravvivenza e la vita, la convivialità delle associazioni degli umani, è il principio di giustizia, Dike, a cui la forza, condotta da nomos (l’ordine e l’ordinamento - legge – di un luogo specifico – pascolo- applicata con equilibrio e armonia – musica -) con mano suprema, deve rendersi conforme.

Dunque, la giustizia che forma e conforma le aggregazioni umani, è il “fatto sociale totale[8] a garanzia della sopravvivenza umana.   

 

Studi scientifici recenti[9] dimostrano la inequivocabile fondatezza di questa costante del pensiero politico, dagli esordi fino a noi: la libertà appartiene alla natura, ma il potere, che sta alla società (o la socialità) come l’energia alla fisica[10] (la forza) in quanto garantisce la sopravvivenza e la fitness evolutiva degli umani, è legittimato dalla giustizia.

Nell’ultimo numero de Le Scienze[11], edizione italiana di Scientific American, c’è un resoconto sullo sviluppo del nuovo ambito di ricerca denominato “neuroscienza collettiva”. Gli studi mostrano come si sviluppa la sincronia tra diversi individui. I ricercatori hanno scoperto “negli esseri umani e in altre specie, la sincronia[12], cioè una particola interrelazione con altri individui e su quanto “l’isolamento è così dannoso per la salute fisica e mentale”. Per sincronia non si intende semplicemente che “l’esperienza tra cervelli sia l’esito di un’esperienza condivisa” o soltanto il “segno che stiamo ascoltando o vedendo la stessa cosa di qualcun altro”, ma una interazione collettiva che “potrebbe aver favorito l’evoluzione della socialità”. Alla fine, evitando di entrare nella analitica della ricerca, si è scoperto che “senza la sincronia e le forme più profonde della connessione che essa implica, potremmo essere più a rischio di instabilità mentale e di problemi di salute fisica. Con la sincronia e altri livelli di interazione neurale, gli esseri umani insegnano e imparano, stringono amicizie e storie d’amore, e cooperano e conversano. Siamo spinti a connetterci, e la sincronia è un modo in cui il nostro cervello ci aiuta a farlo.[13]

 

Oggi sappiamo che la minaccia esistenziale della pandemia non è stata soltanto l’infezione infettiva del virus. Il virus ci ha posto di fronte al nostro assoluto estremo. Siamo stati costretti a frequentare gli angoli della casa, ci siamo rifugiati nell’intercapedine della urbanità. Il nostro estremo assoluto è la solitudine come estremo rifugio o il rifugio dell’estremo. La solitudine è l’estremo rifugio, quando vogliamo sfuggire alle dolorose sconfitte o alle aspre accuse, perché è il modo di ritirarsi nel silenzio.

 Secondo Mark Moffet “le società sono radicate nella natura, e tuttavia si sono sviluppate in modi elaborati e significativi che sono vistosamente caratteristici della nostra specie[14], perché infatti “noi umani ci siamo evoluti in modo da rendere la cooperazione per la nostra sopravvivenza[15]. Il socialismo è stato ed è ancora un elemento fondamentale per la nostra sopravvivenza. Società, socialità, socialismo e cooperazione. Sincronia: “In questo superiamo le altre specie, avendo affinando le capacità di comunicare le nostre intenzioni e di dedurre quelle degli altri per raggiungere obiettivi condivisi[16]. Molti antropologi hanno cercato, per anni, la causa della formazione della intelligenza nella fitness evolutiva dell’umano. Alla fine, siamo giunti alla consapevolezza “che la crescita delle dimensioni del nostro cervello corrisponda alla crescita delle nostre relazioni sociali, e ciascuna avrebbe influenzato l’aumento e la complessità dell’altra[17].

 

Diceva Ortega y Gassett che “non v’è niente di più facile che ammazzare un’idea”. L’idea di socialismo però non può essere ammazzata senza determinare la scomparsa delle organizzazioni sociali. In questo senso è un elemento insuperabile della nostra esistenza: vita. Life.



[1] FERRANDO Monica, Il regno errante. L’arcadia come paradigma politico, Neri Pozza, Vicenza 2018, 124

[2] JELLAMO Anna, Il cammino di Dike: l’idea di giustizia da Omero ad Eschilo, Donzelli, Roma 2005, 118

[3] Dirà Aristotele che la giustizia è “Analoghia isotes esti logon”, “la proporzione è un’uguaglianza di rapporti”. ARISTOTELE, Etica Nicomachea, V, 1131a, 30.

[4] JELLAMO A., cit. 2005, 118

[5] FERRANDO M., cit. 2018, 133

[6] PINDARO, frammento 169a

[7] AGAMBEN Giorgio, Homo sacer:  il potere sovrano e la vita nuda, Einaudi Torino 2005, 38

[8] MAUSS Marcell, Saggio sul dono. Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche, Einaudi, Torino 2016.

[9] WILSON O. Edward, La conquista sociale della terra, Raffaello Cortina Editore, Milano 2013; DE WAAL Frans, Il bonobo e l’ateo. In cerca di umanità tra i primati, Raffaello Cortina Editore, Milano 2013.

[10] RUSSELL Bertrand, Il potere, Feltrinelli, Milano 1981

[11] DENWORTH Lydia, Menti sincronizzate, in Le Scienze, settembre 2023, n.661, 40

[12]Quando le persone non interagiscono socialmente, le loro onde cerebrali sono molto differenti. Ma quando pensano, sentono e agiscono in risposta ad altre persone, gli schemi di attività del loro cervello si allineano. Gli scienziati hanno denominato questo fenomeno «sincronia intercerebrale» (interbraian synchrony). I neuroni di cervelli differenti scaricano simultaneamente e, con il perdurare dell’interazione tra due persone, sia le tempistiche sia la sede dell’attività cerebrale diventano sempre più simili tra di loro. L’entità della sincronia indica la forza di una relazione. E gli schemi delle onde cerebrali rivelano una buona sovrapposizione tra amici stretti o tra un bravo insegnante e i suoi studenti.” in Le Scienze, cit. n.661, 43

[13] Le Scienze, cit. n.661, 47

[14] MOFFETT W. Mark, Lo sciame umano. Una storia naturale delle società, Le Scienze, Roma 2021, 32

[15] MOFFETT W.M., cit. 2021, 32

[16] MOFFETT W.M., cit. 2021, 33

[17] MOFFETT W.M., cit. 2021, 33 e anche Dunbar R. I. M., Gamble C., Gowlett J., Thinking Big: How the Evolution ofocial Life Shaped the Human Mind, Thames & Hudson, London 2014


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