TURISMO: SAGGIO DI POLITICA LOCALE - 3
Turismo
Una esperienza mediterranea
anno 1998
anno 1998
3 - …un esperimento
E allora, come si fa?
Come si fa, non lo so.
Posso raccontare quel che abbiamo fatto, quel che abbiamo tentato.
Se abbiamo fatto bene o male, se questo o quello fosse effettivamente necessario; se sia stata la terapia opportuna e se vi sia una terapia, è una labirintica questione che lascio volentieri alla enigmistica.
A me, che amministravo un Ente Locale circoscritto nelle sue competenze e carente di risorse, è apparso essenziale cercare immediatamente di definire, con una serie di procedimenti tecnici (tra cui vigeva con prevalenza l’ECOMOST[1]), il tasso di fruibilità della nostra struttura urbanistica, stabilendo possibili standard di qualità utili per delimitare la circoscrizione di equilibrio della entropia.
Questo obiettivo doveva essere collocato in uno schema logico generale, diciamo impropriamente un Piano Turistico Cittadino. Successivamente questo Piano strategico per la definizione dell’intervallo di sostenibilità del sistema, doveva essere applicato al primo processo critico; cioè al primo processo che, contribuendo ad aggravare lo stato di degenerazione cittadino ed il suo livello di implosione, mostrasse un tasso di sostituibilità adeguato.
Cosicché un giorno mi son fatto una bella tabella.
POLITICA TURISTICA
LOCALE
ipotesi di Piano
Turistico Cittadino
Ambiti Settori Progetti
Territorialità
|
Locale
Internazionale
|
·
·
·
·
·
·
|
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Economicità
|
Target
Propensione Consumo
Investimenti
|
Ricerca
Di
Mercato
(medio
periodo 5 anni)
|
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Sostenibilità
|
Ambiente
Qualità:
Standard
Fruizione
Modernizzazioni
Infrastrutturali
Prestazioni
|
Socializzazione
Progettazione
Percorrenza
Progetto
delle 2P “Parallele
Pedonali”
Rassegna
manifestazioni culturali
Legislazione
di sostegno
Piano
Viabilità Interna
Esterna
Arredo Urbano
(disponibilità
)
(elasticità)
(innovazione)
|
Sulla base di questa impostazione propedeutica, nell’esperienza personale compiuta, mi è sembrato opportuno non cedere indiscriminatamente alla pressione di qualsiasi intervento.
Se dovesse capitare, un giorno, anche a qualcuno di voi di assolvere occasionalmente al ruolo di gestione di un Ente minuscolo, su cui si scaricano le innumerevoli aspettative inespresse di una cittadina, in una situazione decisamente sproporzionata, potrete allora capire che cosa significa sottostare alla pressione di un qualsiasi intervento.
Senti pesante su di te gli sguardi di tutti coloro che aspettano perché si aspettano una decisione indicativa, per molti versi esaustiva, delle ambizioni che sentono di avere e che non riescono ad esprimere.
Senti su di te il carico delle buone intenzioni. Ascolti continuamente idee risolutive, proposte definitive, intuizioni innovative.
La mattina dopo, però, ognuno dimentico di quanto progettato la sera a cena, torna a gestire il suo fatturato, spesso con comportamenti insostenibili, nel senso tecnico del termine, cioè che danneggiano la sostenibilità del nostro sistema urbano.
Ma non bisogna esagerare.
Colui che si arroga la presunzione di amministrare, deve per prima cosa saper ascoltare. Cosa che, ad essere sinceri, mi riesce molto difficilmente. In ogni caso, per la soluzione dei problemi di una cittadina, in loro stessa natura complessi ed interattivi, non è sufficiente un singolo atto o un solo fatto, sebbene rilevante o fortuito. Occorre un comportamento quotidiano, costante, tenace. Per adottare un comportamento occorre un modello culturale di riferimento.
Le decisioni di politica locale degli amministratori devono, a mio avviso, essere finalizzate ad incidere sul modello culturale di riferimento all’azione di una intera collettività. Se cambia quel modello culturale, vi è l’unica vera garanzia strutturale di autocontrollo dell’ambiente e di qualificazione dell’habitat.
Allora noi[2], anche se abbiamo necessariamente dovuto subire una prima fase costosa e spesso anche dispersiva di scouting, abbiamo tentato una strategia promozionale che desse sbocco a due esigenze.
La prima, riorientare il modello culturale di riferimento dei cittadini verso l’identità dei luoghi e la loro fruizione, contro il consumo di spazi anonimi e standardizzati.
La seconda, attrarre un target di turista che facesse gradualmente tendere una ideale curva di offerta verso più alti livelli di propensione al consumo e che, al tempo stesso, ci riconducesse all’interno dell’intervallo di equilibrio della sostenibilità ambientale.
Abbiamo quindi suddiviso: |
1 – azioni
promozionali
|
a)
tradizionali
|
Cioè
le manifestazioni di visibilità nazionale[3]
|
|||
b) innovative
ulteriormente suddivise
in
attività di
informazione
formazione
|
Forme di promozione multimediale,
· diffuse con strumenti
cartacei o tramite reti comunicative internazionali[4]
· realizzazione
di appositi corsi
· rapporto
con gli Istituti Scolastici Locali
|
||||
2- azioni
urbanistiche
strutturali
|
Azioni sulla
struttura urbanistica della città per razionalizzare complessivamente
l’offerta[5]
|
· Pianificazione
Urbanistica
· Arredo
Urbano
· Piani
di razionalizzazione Economica
|
|||
3 - azioni
di
localizzazione
urbana
|
Cioè la scelta
della dislocazione delle manifestazioni per la identificazione delle località
e la loro fruizione[6]
|
· Piazze
· Siti archeologici
· Parchi Pubblici
|
|||
4 - azioni
sperimentali
|
Per individuare, senza pregiudiziale improvvisazione, gli
effetti latenti sull’organizzazione cittadina, quando si introducono
determinate trasformazioni[7].
|
· Isole Pedonali
· Parcheggi a Pagamento
· Viabilità
· Standard di qualità per
attività commerciali
|
[1] European Community Models of
Sustainable Tourism (Modelli di turismo sostenibile nella Comunità Europea) è
un procedimento di analisi articolato su
una serie di parametri, che consente di misurare il pericolo di declino
socioeconomico delle località di vacanza, di capire se i problemi derivanti
dall’impatto turistico siano solo temporanei - e quindi reversibili - o se
occorra intervenire con politiche più radicali, in grado di incidere sulla
struttura produttiva e sul modello di sviluppo. Il modello si è dimostrato
utile per definire gli interventi, per progettare, quando occorra, una
revisione del sistema turistico locale, indicando le linee di intervento più
adeguate. Ciò soprattutto per impedire che la crescita tumultuosa dei flussi
turistici prevista per la fine del decennio
possa trasformarsi, da opportunità positiva, in un percorso critico non
solo per l’equilibrio socioculturale ed ambientale, ma soprattutto per
l’economia. Ben sapendo che l’implicazione degli aspetti economici costituisce
il deterrente più immediato, la motivazione più concreta delle politiche di
intervento. il modello ECOMOST ha
dimostrato una notevole capacità
valutativa laddove è stato applicato: nelle isole di Maiorca e di Rodi.
[2]
A.A.S.T. e comune di Terracina veramente insieme
[3] Premio letterario Diego
Fabbri, Campionati del Mondo di Nuoto, Festival del Teatro Italiano, Premio
Città di Terracina, Festival Internazionale del Folklore, Università del Teatro
Urbano, Frecce Tricolori, Rassegna di danza Forma Fluens, Sereno Variabile ed
altro
[4] INTERNET
[5] P.P.E. del Centro Storico
Alto, Piano del Commercio
[6] piazza del Municipio, Tempio
di Giove, Parco Chezzi, Villa Tomassini
[7] Isola Pedonale, Parcheggi a
pagamento, viabilità
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