TURISMO: SAGGIO DI POLITICA LOCALE 1.a)
Una esperienza mediterranea
anno 1998
anno 1998
1.a) personale
1.b)
collettiva
2 - …il paradigma di riferimento
(ovvero: della connotazione situazionale)
2.a) vocazione e valenza
2.b) valenza e prevalenza
2.c) sostenibilità
2.d) identità e identificazione
2.e) il ciclo di vita
3 - …un esperimento
3.a)
l’obiettivo (ovvero: dell’orizzonte
strategico)
3.b)
le tendenze
4 - …concludere mai.
1 - …una esperienza
1.a) personale
ma si disprezzano tutti quelli che non hanno virtù…”
F. de la
Rochefoucauld
Basta soltanto poca oculatezza per scorgere quanti siano i messaggi lanciati nella bottiglia dei mezzi di comunicazione di massa quasi ogni giorno. Provengono da molteplici fonti e da incommensurabili solitudini. Sono tanti; e sono sempre di più, sempre più numerosi, vari, più o meno qualificati. Viaggiano sulla multimedialità. Percorrono rapidamente le reti telematiche. E nascondono gli uomini, le loro timidezze e le loro paure. Affermazioni e dizioni altisonanti, o proclamate con verbosità ed enfasi, spesso nascondono solo l’ansia del silenzio in quest’immensa telepolis[1] psicotica.
Cosicché, nelle discussioni che si susseguono attorno ad un tema, ciascun interlocutore ha sempre per destinatario un po’ la città, un po’ gli amministratori e molto se stesso. Ciascuno, in ruoli e funzioni diverse, sente la voglia di parlare, l’esigenza di interloquire e di confrontarsi con esperienze altre, professionali, politiche, economiche ed umane. Ciascuno, interlocutore di ciascuno, bramoso di una platea pubblica o privata, tende alla rappresentazione di sé. Ciascuno di noi si mostra quando dimostra la sua tematica prevalente, si ferma quando afferma la sua tirannica intuizione. Perciò, spesso, dal proscenio della nostra oratoria, proponiamo una ragione, quella ragione decisamente strategica per lo sviluppo della qualità della vita e della socialità nel nostro ambiente.
E il tema che qui propongo, anch’io, “simile a miliardi di miei simili”[2], è la mia decisamente strategica ragione. Un monumento, per me. Un insuperabile momento di vita della mia città: la POLITICA TURISTICA LOCALE. Propongo i miei astrusi argomenti, gli astratti commenti, gli appunti che in questi anni sono andato conservando e talvolta catalogando nella bisaccia delle esperienze vissute. Per me, forse, soltanto un Samizad.
Tanti cittadini, dunque, lanciano, ogni giorno, tanti messaggi dentro contenitori di fortuna, nell’oceano della comunicazione di massa. E questi messaggi sono per lo più circoscritti alla località in cui essi vivono. Riguardano principalmente i luoghi dove lasciano le loro impronte: le piazze, le strade, i palazzi con cui i metropolitani segnano e segnalano la loro presenza. Talvolta gli amministratori locali raccolgono questi messaggi, aprono queste bottiglie e leggono il contenuto delle pergamene. Altre volte li ignorano e li lasciano scomparire dispersi nel continuo fluire delle informazioni. E’ accaduto anche a me tanti anni fa: improvvisamente trasformato in piccolo amministratore locale. Che cosa fa una persona normale, allora, un cittadino abituato ad una dimensione professionale comune, dedito a svolgere la sua quotidiana attività; cosa fa una persona così, che dopo aver per anni lavorato in modo autonomo e spesso in solitudine, si trova ad amministrare un Ente minuscolo caricato tuttavia di maiuscole aspettative?
Come deve comportarsi una persona a cui viene affidato un ruolo banale, che però deve essere assolto, per quanto limitato, per quanto circoscritto, senza nemmeno gli strumenti per testimoniare?
Inizia una full immersion innaturale e cerca di decodificare i multiformi caratteri di un fenomeno complesso e spesso complicato, turbolento ed incessante, a cui sono affidate le speranze e le ambizioni di una città, di una provincia e forse di un’intera Regione.
E prende appunti.
Si fa un suo personale, personalissimo, privato block notes, una bisaccia per i propri pensieri, un amico, una sorta di viatico per questo strano e spesso ingrato viaggio dentro la politica turistica locale.
In questa bisaccia si depositano i toni, gli accenti, le impressioni, improvvisazioni, approssimazioni e innumerevoli buone intenzione. Ogni tanto vi si ripongono alcune argomentazione: rare ragioni.
Finché, pian piano, queste annotazioni non diventano un testo, un po’ ambizioso, un po’ presuntuoso. La pergamena viene piegata ed inserita in un’altra bottiglia, lasciata andare libera e spregiudicata nell’immenso della comunicazione sociale.
Dunque anch’io, sulla scorta di una pur limitata e minore esperienza di lavoro nell’ambito della politica turistica, ho raccolto in note le idee che prevalentemente mi hanno fatto da guida, gli spiriti che mi hanno indicato la strada. Chiare o confuse che siano, restano un contributo per il nostro sistema comunicativo. L’auspicio è che queste annotazioni assumano veste provocatoria, civilmente provocatoria, di un dibattito ancora appena accennato[3]. Spetta ad altri, a tutti i soggetti, pubblici e privati, collettivi ed individuali interessati, non lasciarsi sopraffare dall’ira aspra del pregiudizio, non farsi soffocare dai veleni delle polemiche e dei pettegolezzi.
L’augurio è che tutti noi, nell’ottica di un lavoro produttivo, ci si concentri di più sulle frasi che sulle perifrasi.
In questi appunti, pertanto, non si troveranno soluzioni. In genere, infatti, gli appunti, le note, le intuizioni, tracciano soltanto i contorni ed eventualmente i confini. Gli appunti sono dei flash, ancorché originali, almeno personali.
Altrove si cerchino sintesi e conclusioni.
Vengono qui presentate delle argomentazioni, discutibili e già molte altre volte discusse, oltre che alcune metodologie di lavoro utilizzabili. E ci si propone soltanto di offrire una ulteriore occasione di confronto da aggiungere o, se possibile, affiancare ad altre già sperimentate.
Da tempo ormai gli interlocutori interessati, imprenditori, commercianti, tour operators, o anche cittadini direttamente ed indirettamente, hanno affrontato il tema della politica turistica locale.
Il dibattito sopravanza, ci supera, ci segue e c’insegue.
Se non se ne scorge ancora la sistematicità di analisi necessaria per assurgere a considerazioni generali, valga ugualmente la volontà di provvedere ad una sorta di check-up ciclico della situazione esistente.
Noi abbiamo bisogno di appuntamenti, di luoghi d’incontro e di confronto, puntuali e ricorrenti.
Valga questo come un nuovo appuntamento, forse un po’ meno ricorrente e per niente puntuale.
Valga come occasione, semplicemente come un altro momento di “ricorsività comunicativa” sul tema turistico locale.
In periodi definiti, quasi ad intervalli regolari, ciclicamente, noi cerchiamo queste occasioni, almeno per rinverdire le tre fasi di analisi propedeutiche ad ogni indagine sociale:
· ricognitiva, consistente nel controllo ciclico dell’evoluzione di un settore;
· raffigurativa, consistente nella definizione di un quadro di riferimento generale;
· rappresentativa, consistente nella elaborazione di ipotesi o modelli ulteriori di sviluppo.
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[1] Echeverrìa Javer, telepolis,
la nuova città telematica, Laterza, Bari, luglio 1995.
[2]
Il verso invidiato è di Alina Reyes, LUCIE NELLA FORESTA, Guanda, Parma 1991,
pag.8 e suona per intero così: “Affamata
di non so che, simile a miliardi di miei simili, trascinavo la mia esistenza
cava, vertiginosa e dolente come un punto interrogativo…”.
[3] E del quale qui si tratta soltanto, direi esclusivamente, il tema della sostenibilità nel processo di sviluppo di un sistema urbano complesso.
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