PILLOLE PER NON DORMIRE: il peso delle parole



Quando, nel 1995, Umberto Eco tenne le sue lezioni alla Columbia University, ricordò il famoso detto attribuito a Ionesco secondo cui "solo le parole contano e il resto sono  chiacchiere ".
Le parole che girano, oggi,  in Italia, sono solo chiacchiere?
O pesano?
Forse alimentano quello che Umberto Eco riconosce come fascismo moderno: "un modo di pensare e sentire, una serie di abitudini culturali, una nebulosa di istinti oscuri ed insondabili pulsioni."
Come mai, in Italia e forse non solo, sono ritornate, più o meno improvvise,   certamente improvvide,  queste "insondabili pulsioni" animate da parole avanguardiste?
Perché manca la filosofia politica.  Manca la fusione intellettuale di gramsciana memoria necessaria per la comprensione, la formazione, la formulazione e la civilizzazione del pensiero politico.
In politica non ci sono più intellettuali, in nessun partito,  e i pochi che restano sono inascoltati e derisi.
Non esistono più intellettuali perché non c'è più bisogno di capire. Basta credere.
Si estende una strategia di decervellamento che si riempie di molti facili slogan e non di pensieri.
La filosofia, se prima è fuggita dalla politica, oggi è rifiutata. A nessuno interessa più, come diceva Hegel, portare su di sé il peso del concetto.
Tuttavia crediamo che si tratti soltanto di una fase di transizione e che presto le parole torneranno a pesare, di nuovo curveranno il proprio intorno cognitivo e relazionale, attrarranno nuovi pensieri. E noi dovremo ricostruire le nostre democrazie attorno a nuovi nomi e aggettivi.



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