ANALISI ELETTORALE 1


Metodi e logiche di analisi del dato elettorale



il caso delle elezioni europee del 2019 






Prima valutazione elettorale
Partecipazione, integrazione, narrazione


Finalmente non c’è più nessuno che vuole tornare nel suo paese. 
Nessuno è più contro l’euro, nessuno più vuole uscire dall’Europa. 
Chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, ma l’Euro Zone è ormai una realtà incontrovertibile. 
E deve essere cambiato davvero qualcosa se perfino Orban, con il suo enorme 52%, dichiara che l’Europa è la nostra patria. Si scontrano, come è normale, diverse visioni di Europa. Nessuno è più per la sua distruzione. 

L’adesione collettiva all’Europa, anche se con ambizioni di modifica, è un fatto politico che ci insegna una prima cosa fondamentale: la identità nazionale e la democrazia hanno la stessa caratteristica, più la si esercita e più accresce la sua presenza, più è coinvolgente, più è assorbente. Più si realizza e meno si rinuncia; perché democrazia e identità nazionale hanno un connotato comune: la partecipazione
Come diceva una bella canzone, la democrazia è partecipazione. 
Anche la identità nazionale lo è. 
Questo deve essere il primo impegno dei partiti che governeranno l’Europa. 

Il secondo punto che segna e insegna il dato elettorale è che questa è stata la prima elezione glocale nel continente Europea. 
I luoghi della politica sono ormai definitivamente integrati
Per la prima volta si ha davvero coscienza che il dato globale è molto influente sui destini locali degli Stati membri. Sembrava di assistere ad un election day statunitense. 
Ormai, nell’epoca delle Piattaforme Continentali di Nazionalità, la composizione del Parlamento Europeo ha un interesse più forte per i bilanci statali e per le realtà locali. Tutte le prossime elezioni Europee andranno valutate sul piano globale e la spinta locale resta circoscritta al territorio in cui si verifica con buone possibilità di cambiamento alle elezioni successive. 
Vale anche il contrario: per ottenere un risultato importante gli apparati tecnici e burocratici contano sempre meno. Ciascuno deve poter intervenire e influenzare le condizioni locali, in termini politici, per fare in modo che le diverse realtà statali non vivano isolate le une dalle altre. Siamo nelle condizioni degli USA, in cui per vincere bisogna cambiare il sentiment politico e il trend nei singoli Stati. 
E credo che tutte le prossime elezioni saranno sempre più glocali, sempre più contemporaneamente territoriali e continentali. 

Il terzo insegnamento di questa elezione europea, che conferma e afferma ulteriormente i dati di elezioni precedenti, è che sui vasti elettorati i gruppi organizzati, come sosteneva Riesman, hanno sempre minore forza. Il messaggio ha più influenza del controllo della forza. Per vincere bisogna convincere. Conta il sentiment politico e la narrazione sociale. Conta sempre più un generalizzato e spesso generico, atteggiamento culturale. Assenza di narrazione nella società della comunicazione è assenza di condizione. 
La partita politica del presente-futuro non è più soltanto comunicativa; è sempre più culturale. È un dato su cui tutti dovrebbero riflettere. Si vince e si perde non per la rappresentanza degli interessi, ma per la rappresentazione dei connotati identificativi. La comunicazione culturale è il cuore politico del consenso nella società della comunicazione. 

Commenti

  1. aggiungo una nota su un termine poco conosciuto!
    https://it.wikipedia.org/wiki/Glocalizzazione

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