IL DISAGIO SOCIALE



Direzione scientifica: Francesco Bruno, Simonetta Costanzo, Giuseppe Spadafora

    Segreteria scientifica ed organizzativa:
Alfredo Bruno ph. 3331999416  - e.mail : avvabruno@gmail.com 
   Manuela Settimo ph. 3281286098 - e.mail manuela.settimo@aiasu.it
Deborah Russo ph.345 9734100 - e.mail debby@berardinelli.net


 PROGRAMMA

8.30 Registrazioni dei partecipanti




9.00 Saluti delle autorità. E’ prevista la presenza del Magnifico Rettore prof. Gaudio, e di altre autorità accademiche e politiche


Apertura dei lavori

PRIMO SIMPOSIO:  cosa intendiamo per disagio sociale, per malessere e 
                                  per malattia

Moderatore: Prof. FRANCESCO BRUNO

Relatori: 
9.20   F. BRUNO: Le nuove problematiche neuropsicologiche che interessano la 
                               famiglia, la società e la scuola
9.40   C. LORIEDO: Psicopatologia e scienze educative
10.00 P.PIETRINI: Psicopatologia e neuroscienze
10.20 M, COCCHI: Ricerche innovative dei problemi e delle patologie  
                                   mentali                                                                         
10.40 G. SPADAFORA: La pedagogia, tra recupero educativo e progetto di vita
11.00 S. COSTANZO: L’amore pedagogico e le tecniche psicologiche in educazione.
11.20 P. DE NARDIS: Aspetti sociologici di una società priva di riferimenti sicuri.
11,40 A. CECI: La previsione e la correzione dei comportamenti distruttivi.


SECONDO SIMPOSIO: perché un trattamento educativo del reo e delle vittime

Moderatore: prof. CLAUDIO DE LUCA

Relatori: 
12.00 P. MOLITERNI: L' interesse di un trattamento pedagogico in queste popolazioni
12.20 U. SABATELLO: rischi psichiatrici degli adolescenti con sofferenza personale
12.40 P. PIETRINI: Neurobiologia dell’aggressività e del comportamento violento
13.00 L. CAPEZZANI:  Il contributo della psicoterapia nella riabilitazione
13.20.R. THOMAS: Le tecniche di recupero dei minori delinquenti



13.30  –  15.00  Brunch

TERZO SIMPOSIOaspetti psico-giudiziari tra normalità e follia
Moderatore: prof. Claudio De Luca

Relatori: 
15.20 N. FUSARO: Da un punto di vista giuridico-penalistico
15.40 N.M.DI LUCA:  Le conseguenze medicolegali di giovani dispersi e sbandati
16.00 F. MARIOTTI P. BOLZAN, L' educatore come agente di prevenzione
16.20 S. CARUSO, Il punto di vista dell' educatore Carcerario
16.40 P. DE PASQUALI: La delinquenza tra normalità e patologia
18.00 D. QUATTROCCHI: La figura dell'educatore professionale  
17.00 C. DE LUCA: La pedagogia tra scienza e diritto

17.00 - 17.10 Coffe Break-

  
QUARTO SIMPOSIOil ruolo della rete tra esclusione e inclusione sociale
Moderatore: Prof. GIANCARLO COSTABILE

Relatori: 
17.30 R. SIMONI  Il ruolo delle neuroscienze al tempo  della rete
17.50 G. COSTABILE: L’ educazione  dell’ individuo, tra soggetto, rete e società
18.10 M. SAMMARRO:  Educazione dietro le sbarre
18.30 F. BRUNO: La rete ed il principio dell' inclusione

18.30 - 19-00  Conclusione e discussione

Si segnalare che i lavori del convegno saranno registrati da Radio Città Aperta e daranno origine ad una pubblicazione.


LISTA GENERALE DEI RELATORI E MODERATORI

dr.ssa Bolzan Flaminia, Criminologa, Psicologa clinica, Roma
prof. Bruno Francesco Neurologo, Criminologo, Pedagogista, Oridnario di Pedagogia   Speciale Università della Calabria, Presidente A.I.A.S.U      
dr.ssa Capezzani Liuva Psicologa Psicoterapeuta Psiconcologa, Responsabile         .PSI.trauma.MED, (FM);  Libera professionista presso A.I.A.S.U. (Roma) e       Docente in  S.I.P.S.I (Roma)
dr. Caruso Sergio, Criminologo, pedagogista, Cosenza 
prof. Ceci Alessandro Direttore Scientifico TEASIS
prof. Cocchi Massimo Professore di Biochimica della Nutrizione.  Dirige l'"Istituto Paolo Sotgiu per la ricerca quantitativa e quantistica in psichiatria e cardiologia". Accademico dei Georgofili. Presidente della Sezione della Società Italiana di Biologia Sperimentale, Sezione di Bologna "Oliviero Mario Olivo".
prof. Costabile Giancarlo, Pedagogista UNICAL, Cosenza
prof. Costanzo Simonetta Psicoanalista Criminologo Psicopedagogista Università della       Calabia- UNICAL Cosenza
prof. De Luca Claudio Avvocato, professore di pedagogia presso l' Università della Lucania
Prof. Di Luca Natale Mario, professore di medicina legale, Roma
prof. De Pasquali Paolo Psichiatra, psicoterapeuta, criminologo. Professore a contratto di Psicopatologia Forense presso Università degli Studi di Firenze. Responsabile del “Laboratorio di Scienze psico-forensi e criminologiche” dell’ASP di Cosenza
Prof. Camillo Loriedo, Professore di Psichiatria, Roma
Prof. Pasquale Moliterni, Professore di didattica e pedagogia speciale, Roma
Prof. Pietro Pietrini Professore di neuroscienze, IMT, Lucca
Dr Dominique Quattrocchi, Educatore professionale,comunità terapeutica "Lilium",       Chieti
Prof. Ugo Sabatello: Professore di neuropsichiatria infantile Roma
dr.ssa Sammarro Maria, pedagogista, criminologa, UNICAL, Cosenza
dr.ssa Settimo Manuela, Psicologa, criminologa, pedagogista, UNICAL Cosenza
dr. Simoni Riccardo Psichiatra Psicoterapeuta Psichiatra Forense Specialista in Adolescentologia
prof. Spadafora Pino Professore ordinario di pedagogia presso l' UNICAL, Cosenza
dr. Roberto Thomas  Magistrato Tribunale dei Minori Roma

 

"Il disagio sociale
tra recupero educativo e progetto di vita"

Nuove funzioni speciali del sapere pedagogico per il successo nella gestione di alcuni gravi problemi sociali  dell' Italia


Per il giorno di Sabato 10/3/2018 presso “La Sapienza” Università di Roma, con la partecipazione dell’AIASU, (Associazione Internazionale per l’Applicazione delle Scienze Umane), e il sostegno del Master in Scienze Forensi  della Sapienza,  è convocato un convegno sul tema descritto nel titolo
il Convegno è organizzato dai docenti interessati della stessa Università e da altri dell’ UNICAL (Università della Calabria di Arcavacata di Rende), secondo modalità multi ed interdisciplinari e procede in varie sessioni, la prima delle quali è incentrata sull’ importanza delle nuove teorie  provenienti dalle neuroscienze che ci consentono di capire meglio anche da un punto di vista psicologico e biologico che cosa si deve intendere per "disagio sociale" e come esso si differenzia dal semplice "malessere" e poi dalla "malattia o infermità".
La seconda sessione tende a focalizzare l'importanza che una nuova e diciamo così, più naturale forma di pedagogia speciale può essere utilizzata da operatori che potranno definirsi come “educatori professionali” per offrire risposte adeguate  ai problemi che la società e la famiglia si trascinano dietro senza poterli risolvere da molti anni.
Nella terza sessione si potranno approfondire proprio i rapporti fra le scienze di psicoterapia clinica e quelli di pedagogia speciale nonché quelli criminologici, la cui conoscenza non è utile solo per dare una risposta applicativa alle tematiche  suddette, ma anche per le azioni di prevenzione che possano essere condotte in questi campi.
Infine nella quarta sessione si chiariranno le relazioni tra il concetto di recupero educativo dei danni esistenti e la previsione di un’ adeguato e scientificamente corretto progetto di vita che sempre più dovrà caratterizzare la nostra gioventù di fronte ad uno scenario sociale in profonda e rapida mutazione.
  
Razionale dell' iniziativa

Alcuni di noi, provenendo da studi medici hanno iniziato e proseguito la loro strada professionale nel campo della neuro-psichiatria e, successivamente, della criminologia e psichiatria forense, nonché delle neuro-scienze, facendo ricerca  e  attività professionale, non solo nei principali campi d’interesse, ma anche in quella specificamente dedicata all’inclusione educativa della devianza adolescenziale e delle manifestazioni più terribili dell’animo umano.
Riteniamo pertanto che le discipline umane debbano non solo parlarsi tra loro, ma anche e soprattutto collaborare alla realizzazione di ricerche che forniscano elementi capaci di far avanzare il benessere, la pace e la solidarietà tra le persone.
Ma anche che esse debbano chiarire in senso epistemologico, i propri assunti, i propri scopi e le proprie metodologie, affacciandosi ad altri più solidi saperi forniti dalle scienze di base.
Un po’ delusi dalle fallimentari conclusioni delle iniziative di prevenzione e di riabilitazione nate dai diversi approcci criminologici e sociologici, col prof. Giuseppe Spadafora e con altri illustri studiosi pedagogisti, avendo identificato proprio nel bambino, nelle famiglie e nelle scuole i soggetti e gli agenti delle tecniche di prevenzione, di buon grado abbiamo accettato l’ipotesi di portare le nostre attuali conoscenze nell’ambito pedagogico in modo da studiare e trovare strade nuove per raggiungere gli scopi già presentati.
Da quando siamo nel settore MPED/03 ovvero della “Didattica e Pedagogia speciale”, abbiamo preso visione del fatto che esso propone soluzioni  interessanti per studiare e tentare di risolvere i fenomeni  dell' integrazione e, quindi, della prevenzione delle conseguenze delle varie forme di disabilità e di disgregazione sociale
Ci pare proprio che il contributo specifico delle conoscenze delle scienze criminologiche possa essere determinante, per chiarire meglio i temi dell’integrazione e dell’inclusione educativa nella scuola, nella famiglia e nella società, anche perché le neuroscienze ci stanno chiarendo l’origine, non solo delle patologie mentali, ma anche quello delle varie forme del disagio sociale. 
Tali ibridazioni scientifiche potrebbero consentire di approfondire i motivi e le possibilità di recupero di quelle persone che le istituzioni scolastiche e poi quelle civili e sociali perdono ogni anno per problemi connessi con le droghe, il bullismo, le dipendenze, le violenze sessuali, i pregiudizi ed il vuoto interiore, ma che anche potrebbero consentire l’emergere di nuovi significati e morfologie dei processi di “radicalizzazione”, che finiscono per unire significati oscuri e minacciosi a nuove azioni fortemente criminali o antagoniste come avviene per la diffusione nelle nostre società dell’omicidio e del suicidio.
Tutto ciò, in particolare, ci sembra possibile ed augurabile proprio oggi, nella nuova società della “Rete” dove Il “network” si forma con l’azione, senza linearità e spesso senza volontà.
Una società che, quindi,  è  sempre meno organizzata nel vecchio modo, non è più istituzionalizzata, ma costituita da azioni e relazioni che solo un proficuo incrocio tra dimensioni epistemologiche, criminologiche, psicologiche e pedagogiche, può meglio definire.
In altri termini, ciò che dovrebbe contare oggi non è più l’esercizio della delega, ovvero del principio liberale di rappresentanza. Ciò che si presenta oggi prevalente è la possibilità e la capacità di gestire la propria azione direttamente dentro i fluidi e morbidi movimenti dell’opinione pubblica, di cui, però, bisogna comprendere prima la conformità, anche se dissonante, al gruppo dei pari.
Il vero potere nella società della comunicazione è nella “governante”, è nella “relazione responsiva”, in quanto fondamento della legittimazione dell’azione.
Proprio tenendo conto che, al giorno d'oggi,  bisogna agire per ridare all' Università italiana innanzitutto il proprio ruolo costituito da  risorse, capacità di ininiziativa, motivazione e produttività di studi e di interventi, abbiamo ritenuto opportuno iniziare dalla convocazione di un convegno a Roma presso "la Sapienza". che segue numerose analoghe iniziative  sull' argomento che è al centro della nostra attenzione, ovvero, sull' innovazione profonda che, nella società della rete dovrà contrastare l’attuale tendenza fortemente regressiva che appare prevalente nelle nostre istituzioni, e consentire il recupero del  sistema stesso, che sarà attivato per salvaguardare e rendere più  efficienti  quelle funzioni della pacificazione, dell' inclusione, dell’aumento della sicurezza sociale, soprattutto determinato dall’augurabile, parallela diminuzione dei vari fenomeni  della criminalità.
Per questo motivo, abbiamo voluto assegnare un grande ruolo alla pedagogia speciale che, fino ad oggi, si era rivolta soprattutto a migliorare le perfomances scolastiche di soggetti disabili per BES ovvero, bisogni educativi speciali e DSA disturbi specifici dell'apprendimento, tratti dall’area della salute, soprattutto nell’ottica di realizzazione di una vera  società dell’inclusione diffusa anche nel sistema sociale più ampio ed in quello penale, dove essa viene , di solito, negata per principio.
Riteniamo, comunque, che per gli stessi motivi e per il raggiungimento di una vera democrazia nel campo sociale più diffuso della scuola, ed in particolare nelle famiglie, nelle scuole, nel sociale  e nelle carceri si debbano utilizzare  metodi nuovi, ma analoghi a  quelli della pedagogia speciale, per ridurre le azioni non favorevoli della devianza giovanile e per rendere abili e disponibili all’apprendimento scolastico tutti coloro che lo rifiutano a causa di influenze sociali negative.
Infine, riteniamo anche necessario che il sistema della giustizia penale si avvii a trasformarsi in una sorta di agenzia che metta a disposizione dei detenuti in carcere e di quelli sottoposti ad altre forme di esecuzione della pena, tutte le metodiche che la pedagogia speciale ha già sviluppato e svilupperà ancora sulla base di tali nuove necessità.

Commenti

Post popolari in questo blog

SU JUNG

TEOCRATICA O TEOCENTRICA? Le forme del potere religioso

POSTPENSIERO 156 - NOI: IL CAMBIAMENTO