RIVISTA ITALIANA DELLA SICUREZZA
I saggi ricevuti e
contenuti in questa rivista sono stati presentati in occasione del Convegno “Sembrava
amore tra bravi ragazzi. Il femminicidio tra
normalità e devianza” (Roma, 1 Dicembre 2017, Sala della Regina, Palazzo
Montecitorio), con la Responsabilità Scientifica della dott.ssa Liuva Capezzani
e della prof.ssa Simonetta Costanzo e con il Patrocinio della Fidapa BPW Italy
e del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi.
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Luchina Freddi*
Quando,
dopo
un quarto di secolo di silenzi e asservimenti,
mi
sono ribellata al tuo dominio
per
affermarmi
come
uguale in dignità, valore e diritti a
te,
tu,
preoccupato
di
perdere il potere su di me,
non
accettando
il
mio bisogno di autonomia e libertà,
timoroso
di
non potermi
più
controllare e sottomettermi al tuo volere,
tu,
che
per
tua
debolezza e insicurezza mi hai accusata
di
incapacità
domestica
e
di rovinare la sacralità familiare,
tu,
che
hai
trasformano la mia vita in un incubo,
tu,
che
mi hai trattata
come
una cosa del tuo cazzo,
tu,
che
mi
hai reclusa e annullata
per
gelosia e possesso virile,
tu,
che
mi
hai indotta a non amarti più e a odiarti,
tu,
che
quando
ho deciso di lasciarti per cercare
di
rifarmi un'altra vita
-
ma mai, neppure per sogno, con un altro uomo! -
mi
hai sparato
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colpi di pistola al cuore,
tu,
al
sostituto procuratore Flavio Manci
che,
ti
ha interrogato fino all'alba,
hai
confessato il tuo delitto passionale
per
troppo,
troppo, troppo amore!
*Poesia tratta da Basta, mi fai male!, di Jeph Anelli,
Artegraf Edizioni, 2018.
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Femminicidio: il crimine di Dio
Sull’espropriazione
antropologica della Genesi
di
Alessandro Ceci*
*Epistemologo
– Scienze Sociali.
Nessuno,
di fronte alle donne, è più arrogante, aggressivo
e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità.
(Simone de Beauvoir)
(Simone de Beauvoir)
La
violenza che ci portiamo dietro, nel chiuso labirinto degli specchi della
storia, appartiene ad una lotta antropologica per la conquista del potere sulla
genesi e rimbalza fino a noi nella forma del femminicidio; il crimine di Dio
non nel senso che Dio lo abbia commesso, ma perché Dio è stato inventato per la
legittimazione del potere del maschio.
Oggi
però, la rete tecnologicamente percepibile, è un modo per ripristinare la rete
primigenia della vita tipica del matriarcato (contro le strutture gerarchico-
verticale del patriarcato) e noi cerchiamo, con la cultura, di fare della
violenza alle donne, un tabù.
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Il contributo della Psicoterapia del trauma con EMDR
nel trattamento delle donne vittime dell’amore
violento
di
Liuva Capezzani*
*Psicologa Psicoterapeuta Psiconcologa.
Specialista in Psicoterapia Cognitivo
Comportamentale, Psicoterapia Sensomotoria Liv II, EMDR Practitioner
Libera Professionista presso
I.PSI.trauma.Med (Istituto di Psicoterapia Psicotraumatologia e Medicine
Integrate –PSE. (FM) e presso A.I.A.S.U. (Associazione Internazionale per le
Applicazioni delle Scienze Umane- Roma)
Tel: 339-4338362
Abstract
Il focus di
questo intervento è sulla violenza domestica o
agita da un partner all’interno di una relazione intima “d’amore”. Con
riferimento a questo contesto si vuole definire il contributo del trattamento
psicoterapico con EMDR (Eye Movement Desensization Reprocessing, Shapiro,
2001). A tale scopo è necessario rappresentare la dimensione traumatica che
investe le vittime non solo dopo le violenze ma spesso anche prima che queste
vengano agite e a fronte della loro storia di vita.
In particolare l’intento è quello
di:
1) Illustrare
come la dimensione traumatica che precede e segue la violenza renda conto nelle
vittime di alcuni meccanismi quali:
• Normalizzazione
della violenza
• Il
convincimento che si tratti sempre di ‘amore’, seppur patologico e non invece
di uno stile di attaccamento disfunzionale
• ‘Accettazione’
della sua perpetuazione, cronicità
• Autoreferenzialità:
senso di colpa, di impotenza, di inadeguatezza
• Resistenza
alla denuncia
2)
Introdurre concetti basilari sul trattamento
elettivo del trauma e le sue dimensioni con EMDR, efficace non solo per la
risoluzione dei sintomi correlati, della sofferenza, o per la sua resilienza,
ma anche per il cambiamento dei costrutti e dei falsi miti intorno alla
reazione alla violenza.
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